Erano i ruggenti anni Ottanta, e una delle serie mutanti più innovative e coinvolgenti era New Mutants, di Chris Claremont e Bill Sienkiewicz (sì, i protagonisti erano proprio quei Nuovi Mutanti che in teoria dovrebbero debuttare da un momento all’altro sul grande schermo, un esordio più travagliato del previsto). In un cast che già si distingueva per figure particolarmente complesse, tormentate e anomale come Magik, Wolfsbane e Cypher, un livello ulteriore di singolarità era fornito da Warlock, l’amico alieno del gruppo, un essere tecnorganico fatto di metallo vivo e mutevole in fuga dal suo pianeta e dal letale padre Magus.

Se Claremont ha contribuito al successo del personaggio assegnandogli una parlata particolare e una personalità amichevole e innocente, in netto contrasto con il suo retaggio minaccioso, Sienkiewicz gli ha donato un aspetto altrettanto singolare, con un corpo simile a una macchia nera costantemente instabile e dai tratti caricaturali, sproporzionali e asimmetrici.

A trent’anni dalla nascita del personaggio e alla luce del doppio revival dei New Mutants (diretti non solo verso il grande schermo, ma anche riportati in auge sul fronte fumettistico nell’epoca di Dawn of X, Sienkiewicz spiega in occasione di uno scambio su Twitter come nacque il look di Warlock… rivelando una necessità più pratica che concettuale!

 

Sienkiewicz – Warlock si creò per buona parte da solo, emergendo quasi interamente formato da quella parte del mio cervello che mi diceva “crea un personaggio che sia impossibile disegnare in modo sbagliato, uno di cui tu non debba preoccuparti dell’anatomia, o di disegnare uno specifico costume nel modo giusto… Pura emozione. Jazz.

Con il tempo abbiamo scoperto che è un test di Rorschach anche più del personaggio di Rorschach stesso, almeno per quanto riguarda le interpretazioni dei creatori. Ogni artista rivela molto di sé quando lo raffigura. È una cosa che adoro.

 

New Mutants: War Childern #1, copertina di Bill Sienkiewicz

 

 

Fonte: CBR