Brian K Vaughan e Cliff Chiang intervistati da Comic Book Resources riguardo a Paper Girls, la serie Image Comics vincitrice di un Eisner Award. Le avventure di Erin, Mac, Tiffany e KJ proseguono con successo di critica e pubblico, e stanno per essere raccolte nei loro primi dieci numeri in edizione cartonata negli Stati Uniti (in Italia sono edite da BAO Publishing).

Ecco le dichiarazioni più interessanti dello sceneggiatore e del disegnatore.

 

Paper Girls vol. 1, copertina di Cliff ChiangVaughan – Sin dal primo numero, abbiamo seminato indizi per tutti gli aspiranti investigatori e i fan della crittologia che vogliano risolvere il mistero al cuore della storia. Ma non siamo ignari del gran numero di fan, la maggioranza, che si trovano a essere… diciamo depistati esattamente come le nostre giovani eroine.

Con la prossima storyline, le Paper Girls incontreranno un nuovo personaggio che rivelerà in maniera esplicita che diavolo sta succedendo negli strani quartieri di Stony Stream.

Sono profondamente convinto che il tipo di adulto che ognuno di noi diventa sia stato perlopiù stabilito da quel che era quando aveva dodici anni. Per me e Cliff, tutto è successo negli anni Ottanta. Ma sono anche convinto che i semi siano piantati nella metaforica foresta culturale e politica in cui molti di noi sono perduti al giorno d’oggi. Ecco perché Paper Girls parla così tanto di quel decennio: credo che sia rilevantissimo per il presente e per le persone, che ne siano consapevoli o meno.

Chiang – Saltare avanti e indietro nel tempo, che sia nel 1980 o undicimila anni prima di Cristo, mette in prospettiva quel che siamo oggi. Una delle armi più interessanti della fantascienza.

Vaughan – Ci sono donne nella mia vita che hanno ispirato i nostri personaggi. Ma come ogni creazione d’ingegno sono un misto di tante persone che ho conosciuto e amo, di esperienze personali e di un sacco di cagate che ho inventato da zero. Rispetto molto chi non è d’accordo con questo concetto, ma io sono convinto che gli scrittori abbiano la responsabilità di  immaginare persone che non gli somiglino e cercare di fare del proprio meglio per identificarsi con esse.

Chiang – Parte del processo che rende credibile un personaggio è trarne delle caratteristiche dalla realtà. Ricordi di compagni di scuola, abiti, pettinature: sono tutte cose che finiscono nel calderone per dar vita a qualcosa di nuovo. Io penso alle ragazze come a persone che sarebbero potute essere a scuola con me, il che mi aiuta a considerarle reali.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources