Joshua Williamson parla di Robin, la storia di cui si sta occupando in questo momento per DC Comics, incentrata sulle gesta di Damian Wayne e sulla sua più complessa avventura sinora affrontata: il Torneo di Lazarus. Minacce ovunque, sia vecchie che nuove, e sempre più dettagli sulla misteriosa Lega di Lazarus.

 

 

Ecco le dichiarazioni più interessanti di Williamson al riguardo.

 

Williamson – Quando ho pensato al soggetto avevo proprio in mente di raccontare qualcosa di divertente, che avrei voglia di leggere, il che è una mia grande regola nella realizzazione di fumetti. Mi è venuto in mente di raccontare un bel torneo di combattimento. Ho scritto il soggetto e la DC lo ha abbracciato. E devo dire che poche altre volte mi sono divertito tato scrivendo una storia. Adoro Damian e mi hanno lasciato usare un sacco di personaggi che desideravo. Ci ho ficcato dentro Ravager, poi Connor Hawke e altri personaggi meno importanti che non si vedono in giro da un po’. Una goduria.

Robin #1, copertina di Gleb Melnikov

Connor Hawke non si mostrava nell’Universo DC da una decina d’anni e a me è sempre piaciuto. mi ha sempre infastidito il fatto che sia stato un po’ messo da parte, quindi ho iniziato a chiedere. Avevo già fatto pressioni per Ravager e altri personaggi, ma di Connor avevo proprio bisogno. Stavo mettendo insieme i pezzi del puzzle tra lui e Damian e allo stesso tempo pensavo a chi sarebbe stato adatto alla competizione.

Quando pensi a un concetto come la Corte de Gufi, riconosci la logica che gli sta dietro: il gufo è un predatore naturale del pipistrello. Funziona. Quindi mi sono detto di applicare la stessa logica a Robin, ai passeri. Quali sono i loro predatori? Ho scoperto che sono i falchi. E la cosa funzionava. Sono andato dagli editor, ho spiegato quale fosse la mia idea e ho detto che Connor avrebbe avuto un ruolo collaterale, che avremmo introdotto piano piano, ma poi ho iniziato a realizzare, solo durante la scrittura, che lui e Damian hanno un sacco di cose in comune.

 

Motivo per cui Connor Hawke avrà un ruolo fondamentale nel dipanarsi di Robin e sarà il secondo centro emotivo della vicenda, che ci mostrerà la chimica tra i due personaggi e approfondirà moltissimo il loro rapporto. Nella trama sono presenti anche nuovi personaggi, tra cui spiccano Respawn e Flatline.

 

Williamson – Creare personaggi è una cosa che può rivelarsi sempre difficile. Credo che sia sempre il caso di farli scaturire in maniera organica, dalla storia. Ho dato vita a diverse figure per la DC e ci sono molte differenze ogni volta che ne immagini una per colmare uno specifico ruolo per specifiche ragioni. A volte, i personaggi che ho creato, come Godspeed e i nuovi velocisti, si sono guadagnati il proprio posto in serie come Flash. E la cosa mi sorprende sempre. Bloodwork ha avuto molto spazio l’anno scorso. Trovo interessante come a volte i personaggi nascano quasi da sé e poi funzionino nel loro contesto. Di solito, quando ti sforzi di farlo in maniera autoreferenziale, ci si perde presto per strada.

Robin #2, copertina di Gleb Melnikov

Quando progettavo Robin ho iniziato a pensare ai vari combattenti che avrei voluto utilizzare: lottatori classici e persone che non vedevamo in giro da tempo. Ho fatto una lista di idee e mi ci divertivo un mondo pensando ai vari luoghi comuni e giocandoci un po’. Sapevo che Lord-Death Man avrebbe avuto una nuova spalla e poi ho immaginato dei personaggi misteriosi che avrebbero dovuto avere un ruolo he andava oltre il primo arco narrativo. Ho passato tutto il materiale a Gleb Melnikov, che considero un disegnatore con grande occhio per la progettazione.

Lui ha messo insieme i pezzi alla grande, in particolare nel caso di Flatline. Quando mi sono arrivati i suoi progetti, non aveva nemmeno un nome, ma lui le aveva dato un aspetto perfetto. E allora mi è venuto in mente di chiamarla così. Ci ho pensato solo quando ho visto le immagini. Credo che la sua creazione sia inserita in maniera naturale nella trama e la sua personalità è figlia dei disegni di Gleb.

Con Respawn è stata la stessa cosa. Sapevamo quale dovesse essere la sua natura di base e il quale il suo ruolo. Il look di questi personaggi è pensato per comunicare parecchio. Ne abbiamo parlato un bel po’ e Gleb ha fatto un grande lavoro.

 

Il Torneo di Lazarus sarà un’esperienza di crescita per Damian Wayne, che Williamson considera un personaggio estremamente versatile e divertentissimo da mettere in situazioni sempre nuove e da far interagire con le persone.

 

Williamson – Damian è uno di quei tizi che pensano di sapere tutto e poi si rendono conto che forse non è così, che potrebbero esserci aspetti del mondo di cui non sono consapevole, ancora celati. E si stupiscono di questa cosa, iniziano a chiedersi come mai certe cose sono state loro nascoste. Quando è stato introdotto la prima volta, uno degli elementi fondamentali di Damian era la sua sicurezza. Certo di poter togliere a qualcuno la vita, di saper fare tutto, di essere il migliore assassino del mondo. Non importava il compito. Ora si trova circondato da lottatori e, a parte Connor, quasi tutti sono assassini, mercenari.

Il fatto che improvvisamente si trovi ad avere attorno gente del genere è l’occasione per Damian di affrontare il fatto di essere stato cresciuto per essere un’arma. Lo hanno educato da essere un vettore di rabbia, gli hanno portato via l’identità per riempirlo di qualcos’altro. Credo che affrontare questo torneo gli consentirà di capire che altra gente ha affrontato lo stesso percorso e che, invece di vedere persone che tentano costantemente di aiutarlo, vedremo lui tentare di dare una mano agli altri ad affrontare la cosa. Oltre a tutto questo, vedremo un sacco di cazzotti.

 

Williamson dichiara di essersi preso tempo e spazio per far respirare la storia, su Robin, cosa che non ha potuto permettersi su una serie come Flash. Molti dialoghi, parecchia introspezione e un senso quasi drammatico e teatrale della vicenda, in cui passeremo molto tempo a conoscere i pensieri dei protagonisti. Il tutto accanto a scene di una certa brutalità. Non violenza eccessiva, ma certamente non mancheranno i colpi proibiti. Sarà interessante vedere come questi elementi convivono.

 

Williamson – Non voglio determinare i vincitori degli scontri del torneo barando, facendo vincere qualcuno solo perché voglio che vinca. Quindi mi sono documentato un sacco sulla storia dei combattenti, sulle statistiche, su quel che sanno o non sanno fare, su ciò che succede nelle serie che li riguardano. Connor Hawke lavora per la Setta delle Ombre, quindi cosa ci fa al torneo e in quali modi la Setta cercherà di manipolarlo?

Mi sono documentato su tutte queste cose e in questo modo ho determinato chi vince e chi perde. A volte è stata tosta, perché non volevo che certi personaggi venissero eliminati dal torneo troppo presto. Il processo non è stato proprio matematico, ma ci ho lavorato parecchio per mostrare i modi e le ragioni per cui alcuni vincono e altri perdono, quali sono le circostanze che portano al risultato e, allo stesso tempo, raccontare una storia divertente.

 

Robin #1, anteprima 02

 

Fonte: CBR