Grazie a RW Edizioni e in occasione di Romics 2015, abbiamo avuto la possibilità di intervistare il celebre fumettista Francis Manapul, che ha firmato sia come sceneggiatore che come disegnatore alcuni importanti archi narrativi di The Flash, Detective Comics e Action Comics. Manapul ci a parlato diffusamente del suo passato, ma ci ha anche fornito stuzzicanti dettagli sui suoi prossimi impegni: Justice League e Aquaman: Earth One.

 

Partiamo ovviamente da Flash, il primo grande personaggio DC Comics sul quale hai lavorato. Assieme allo sceneggiatore Geoff Johns hai rilanciato Barry Allen nell’Universo DC dopo il suo ritorno in vita narrato in Flash: Rinascita. Cosa ricordi riguardo questa esperienza precedente a Flashpoint e al reboot?

Desideravo disegnare Flash da tantissimi anni, lo chiedevo a gran voce. Lui è sempre stato in cima ai miei desideri e la possibilità di lavorare su questo personaggio assieme a Geoff, con il quale avevo già collaborato su Superboy in Action Comics, è stata la ciliegina sulla torta. Lavorare con Johns è sempre qualcosa di fantastico, perché si tratta di una collaborazione estremamente appagante e creativa per entrambi. Perciò trovarmi sul giusto personaggio con il giusto sceneggiatore è stato qualcosa di mitico. Quando proprio Geoff mi ha chiesto di disegnare The Flash, ho strabuzzato gli occhi e detto: “Credi ci sia bisogno di chiederlo?”, giuro. È stato un sogno divenuto realtà: riportare in scena Barry è stato qualcosa di monumentale. Devo ammettere di essere cresciuto con Wally West come Flash, per cui ho dovuto studiare molto per imparare chi sia veramente Barry. È stato molto istruttivo.

1. Barry Allen, Flash IIIn occasione del rilancio editoriale della DC Comics datato 2011 noto come I Nuovi 52, hai preso in mano la collana dedicata al Velocista Scarlatto, sia come disegnatore che come sceneggiatore. Sceneggiature che scrivevi assieme al tuo amico Brian Buccellato, il quale era anche colorista della testata. Quali erano i vostri obiettivi per questo nuovo titolo? Quali le difficoltà? E ancora, quali sono le differenze tra il Flash pre-Flashpoint e quello attuale?

Quando abbiamo iniziato, la parte difficile è stata doversi leggere tutti i fumetti della Silver Age di Flash. Avevo la casa invasa da tutte quei volumi Showcase! Ma non potevo fare a meno di farlo, perché questo processo è stato funzionale per entrare pienamente in sintonia con il personaggio. Molte di quelle storie classiche sono vera e propria fantascienza, così quando io e Brian abbiamo iniziato a lavorare su The Flash abbiamo cercato di riportare in auge quelle atmosfere, ponendo Barry al centro della nostra storia: lui non è solo un supereroe, ma anche un detective forense, un tipo alla CSI. Il nostro obiettivo era dunque realizzare qualcosa di moderno e appetibile, che però non fosse immemore delle origini del personaggio, visto nella sua interezza.

Il tuo essere sia sceneggiatore che disegnatore di The Flash ti ha consentito di dare sfogo a tutto il tuo estro creativo, grazie al quale abbiamo potuto apprezzare una costruzione della pagina davvero originale. Cosa puoi dirci a riguardo? Quali sono state le tue principali fonti di ispirazione sotto il profilo dello storytelling?

Non posso nascondere che la mia principale fonte d’ispirazione è sempre stata The Spirit di Will Eisner. Prima di lavorare al Flash dei Nuovi 52, stavo realizzando una breve storia con protagonista proprio questo personaggio: quel fumetto fu poi cancellato e mai pubblicato. Ma quell’esperienza è stata illuminante: mi accorsi subito che mi stavo divertendo un mondo nel creare il testo come parte integrante della vignetta, così come faceva Eisner. Di sicuro, immaginare sempre costruzioni diverse non è stato facile; inoltre rispetto molto Eisner e non voglio assolutamente paragonarmi a lui. Di sicuro, il mio lavoro è un omaggio al suo, in questo senso.

Abbiamo parlato di Flash, veniamo ora al suo alter ego, Barry Allen. Barry è probabilmente l’eroe più puro e genuino di tutto l’Universo DC. Cosa pensi di lui?

Romics: Flash di Francis ManapulSe si guarda alla storia passata di Barry, penso si possa tranquillamente asserire che lui sia stato uno dei primi supereroi dell’era moderna, se non il primo in assoluto. Il primo eroe della Silver Age. Il primo ad aver avuto i suoi poteri a causa di un incidente fortuito. Il primo supereroe ad avere la consapevolezza che c’erano altri eroi come lui in giro, dai quali imparare. Penso che l’approccio al suo “secondo lavoro” sia stato quello dell’uomo comune che riceve improvvisamente delle straordinarie abilità, dalle quali derivano determinate responsabilità. Lui era uno come noi prima di divenire Flash. Conseguentemente, questo ha influenzato il suo comportamento come eroe.

Barry è rimasto con i piedi per terra, non ha dimenticato chi era prima di divenire il Velocista Scarlatto. Ha mantenuto un forte rapporto con la sua famiglia e i suoi amici, che sono una costante forza, una continua motivazione e ispirazione per lui. Proprio la famiglia di Flash è qualcosa che ho rimpianto molto di non poter approfondire nella mia run su The Flash, perché ci imponevano di concentrarci sul protagonista. La mia stessa nuova versione dello Spirito di Velocità ha però sottinteso che Barry abbia bisogno della presenza di altri velocisti: se fosse l’unico legato allo Spirito, questo renderebbe i suoi poteri più instabili e potenzialmente pericolosi. Se ci fate caso, tutti i maggiori cambiamenti nella storia della DC Comics sono avvenuti a causa di Flash, indirettamente o meno: da Crisi sulle Terre Infinite a Flashpoint. Se avessi continuato su The Flash avrei presto rivelato che Barry ha bisogno della presenza di altri velocisti, come Wally West.

Flash è un personaggio con una nutrita galleria di nemici. Fra i villain di Barry Allen, qual è il tuo preferito?

Gorilla Grodd, senza ombra di dubbio. Mi piace anche Capitan Cold, perché ha una personalità tutta sua: è un anti-eroe, con un suo codice etico. Tornando a Grodd, lo amo perché amo disegnare scimmie e gorilla. Sono un fan accanito de Il Pianeta delle Scimmie. Scrivere e disegnare di Gorilla Grodd per me è trattare temi molto forti, come la rabbia e l’invidia: nei Nuovi 52 ho stabilito che un suo predecessore fu il primo essere vivente a entrare in contatto con la Forza della Velocità, motivo per il quale Grodd credeva di dover essere fisiologicamente il successivo. Invece toccò a Barry Allen, ed è questo il motivo per il quale Grodd odia così tanto Flash. Lui è un essere molto intelligente, ma, allo stesso tempo, è governato da istinti animaleschi e primordiali. Non perdonerà mai a Barry di essere entrato in possesso di qualcosa che sentiva come suo.

Sempre parlando di nemici, non possiamo dimenticare che tu e Brian avete creato un’inedita e molto discussa versione della nemesi di Barry: l’Anti-Flash. Cosa ci puoi raccontare a riguardo?

Quello che volevo fare con il mio Anti-Flash era prendere il termine “anti” e andare al significato più profondo e nascosto di questo. Sono consapevole che molti lettori siano stati infastiditi dal nuovo look del personaggio: questo perché, per loro, è maggiormente importante l’inversione dei colori del costume. Per me, invece, tale inversione doveva coinvolgere i sentimenti e le motivazioni del personaggio: Flash è luminoso, ottimista e genuino, motivo per cui volevo che il mio Anti-Flash fosse oscuro, disilluso e malvagio. Volevo inoltre che avesse un aspetto spaventoso, orrifico. La sua stessa origine avviene in un mondo inverso al quello di Flash. Non volevo dunque rimanere a un livello superficiale per la genesi di questo cattivo, ma scavare a fondo nella sua natura. Il mio Anti-Flash è davvero Flash in negativo, facendo un paragone con il mondo della fotografia.

Flash

Hai seguito la serie televisiva The Flash in onda su The CW? Cosa ne pensi?

Ho visto solo due episodi: mi sono piaciuti molto. Purtroppo non ho il tempo materiale di seguirla in tempo reale. Quel poco tempo che ho per guardare la TV è quando in studio apro Netflix. Se non è su Netflix è difficile che riesca a seguire qualcosa.

Parliamo ora del tuo prossimo impegno in casa DC Comics. Sappiamo che stai lavorando ad alcuni numeri di Justice League, scritti da Geoff Johns, legati al grande evento intitolato Darkseid War. Cosa puoi svelarci riguardo a questa storia che vede la Justice League scontrarsi con Darkseid e l’Anti-Monitor, che sono a loro volta in guerra fra loro?

Si tratta di una grande storia, veramente grande. Fondamentalmente, sto disegnando la seconda parte della storia che Geoff ha concepito in tre atti. Il primo è stato disegnato da Jason Fabok. Il secondo comprende due uscite di Justice League, disegnate e colorate da me. Collegati a questo secondo atto ci sono poi sei one-shot, intitolati Justice League: Gods and Men, che sono dei veri e propri tie-in della saga principale e si focalizzano sui singoli personaggi: Supeman, Lex Luthor, Batman, Flash, Aquaman e Shazam. Non posso rivelare la fine di questa storia, ma vi basti sapere che nel secondo atto accade qualcosa di davvero inaspettato che cambia la natura stessa dei componenti della Justice League. Davvero, è qualcosa di sconvolgente, e me ne sono reso conto quando ho scritto le sceneggiature degli speciali legati a Superman e Lex Luthor.

In chiusura, non possiamo non parlare di un grande e recente annuncio che ti vede protagonista, Aquaman: Earth One, graphic novel che ti vedrà impegnato come sceneggiatore, disegnatore e colorista. Questo fumetto introdurrà nell’universo narrativo di Terra-1 il personaggio di Arthur Curry. Cosa puoi rivelarci riguardo questo tuo affascinante progetto lavorativo? In cosa differirà l’Aquaman di Terra-1 da quello di Terra-0?

Non posso parlare molto di questo progetto. Fondamentalmente questa storia tratterà della scoperta di Atlantide da parte di Arthur. Voglio focalizzarmi maggiormente sul tema della scoperta: mentre il protagonista sarà impegnato a scoprire la sua città natale, noi saremo impegnati a scoprire lui.

Se guardo alle differenze con il suo corrispettivo classico, posso affermare che l’Aquaman originale è sempre stato raccontato come un grande guerriero, mentre il mio personaggio è un individuo molto più realistico e pragmatico, che un giorno sarà destinato a essere re di un’antica civiltà. Nella mia storia, Arthur è un pianificatore urbano: questa è la sua professione come normale essere umano. È un costruttore, una persona molto pratica. Per lavoro, si troverà impegnato in Bangladesh (voglio dare un aspetto globale e realistico alla mia storia) e Arthur dovrà salvare questa piccola città che, sostanzialmente, sta affondando, e in pochi anni non esisterà più. Questa cosa comporterà ovviamente numerosi problemi, e Arthur accorerà per aiutare gli abitanti, i quali si troveranno in grande difficoltà. Sarà qui che il protagonista entrerà in contatto per la prima volta con l’oceano e con tutti quegli elementi narrativi che potete immaginare. Così apprenderà la sua origine.

Inoltre scoprirà che vi sono diversi altri atlantidei sperduti, che non sanno dove sia la loro città d’origine: sono fondamentalmente dei nomadi. Arthur incontrerà questa tribù di nomadi, e ognuno di loro sarà impegnato a trovare Atlantide. Si tratta di una storia molto grande e impegnativa, che ho in mente da molto tempo. L’ho pianificata come una trilogia, perché il racconto che ho in mente è a lunga gittata. Se volessi generalizzare, direi che è una storia davvero epica, una sorta di Game of Thrones che incontra The Walking Dead, sott’acqua. Sarà un fumetto davvero differente da quelli di Aquaman che abbiamo letto fino a ora, qualcosa di moderno e inedito. Anche la nemesi di Aquaman, Black Manta, sarà parecchio differente dalla versione classica, ma non vi rivelerò altro…

Aquaman di Francis Manapul