Tom King e Jorge Fornés hanno rilasciato alcune dichiarazioni in merito a Rorschach, la serie legata ai temi del capolavoro di Alan Moore, il celeberrimo Watchmen, dedicata in modo non consueto al suo personaggio probabilmente più memorabile. Una storia che, nelle intenzioni di King, riprende lo spirito e le implicazioni della figura di Rorschach senza tessere nuove trame riguardanti il personaggio in sé.

 

 

Ecco pertanto i concetti più interessanti che i due hanno consegnato alle pagine del sito ufficiale DC Comics alla vigilia del debutto della serie sugli scaffali delle librerie d’America.

 

Rorschach #1, copertina di Jorge Fornés

King – Ho sempre pensato al personaggio di Roschach come a una parodia o un tributo all’ossessione di Steve Ditko per il lavoro di Ayn Rand. Ditko pensava che la narrativa esistesse per presentare ai lettori l’uomo ideale, come una lezione morale, un modello di comportamento. Per lui, l’eroe perfetto era qualcuno che capiva che c’era il male come il bene e che non c’era nulla nel mezzo. L’ovvio imperativo morale di quell’eroe era quindi che il bene doveva punire il male. Rorschach è il tentativo di inserire quella visione perfetta di uomo incorruttibile nel nostro mondo, imperfetto e corruttibile.

Fornés – La prima volta in cui ho letto Watchmen ero molto giovane, probabilmente tredicenne. A quell’età non potevo certamente cogliere gli aspetti più adulti della storia e, ovviamente, Rorschach era il personaggio più carismatico e il preferito di tutti. Sono cresciuto negli anni Ottanta dei film di Rambo e Charles Bronson, quindi per me Rorschach non era che un altro eroe che combatteva contro il crimine. Rileggendo il libro da adulto, praticamente ogni anno, ho iniziato a capire l’aspetto manicheo del personaggio di Moore e ho potuto godermi il suo lavoro a un livello più profondo e meno superficiale.

King – Jorge è un fenomeno, in continuità con disegnatori come Alex Toth e David Mazzucchelli, un narratore per immagini di grande purezza, che comunica la vera visione di ciò che i fumetti possono essere quando le persone chiudono gli occhi e immaginano un eroe fatto di linee e di macchie di inchiostro. Sarà uno degli artisti più importanti della nostra industria. La sua interpretazione delle mie sceneggiature è sempre migliore di quel che ho scritto, quindi per lo più lascio che lui faccia le sue cose e poi cerco di stargli dietro quando ha finito.

Rorschach #1, anteprima 01

Fornés – Amo le opere di Tom. Credo che sia uno degli scrittori migliori in circolazione al momento e l’uomo perfetto per questa storia. Avere l’opportunità di realizzare una maxi serie con lui, con il livello di libertà creativa che abbiamo e con questo universo iconico sotto le mani, è un sogno che diventa realtà. Lui sa perfettamente che genere di artista ha al proprio fianco e sa come trarre vantaggio dalle virtù del proprio collega mentre gli lascia spazio per far emergere la propria voce. Credo che questo sia il progetto che mi sto godendo di più dall’inizio della mia carriera.

King – Il mondo è impazzito, là fuori. Voglio dire, è una follia e la gente sta dando di matto. Parlarne è un dovere, come cercare di realizzare qualcosa che sia buono almeno quanto sono cattive le cose che succedono nel mondo. Il contrario vorrebbe dire la resa e chi ha intenzione di accettarla? Chi cavolo vorrebbe mai? Il linguaggio di Rorschach, quindi, è quello con cui si può raccontare una storia che parla di un mondo del genere. Non funzionerebbe per Superman o Batman, perché non sono quelle le parole che usano questi due. Ma Rorschach può usare questo linguaggio, può descrivere questo mondo, può scriverlo su un cartello e marciare per la strada accanto a tutti gli eroi che ignorano la verità che hanno di fronte. L’unico modo per scrivere Rorschach è farlo con una storia che abbia un peso.

Fornés – Barcamenarsi con l’eredità del personaggio è un lavoro tosto. Una delle cose più importanti di Watchmen è l’incredibile lavoro di Dave Gibbons. Abbiamo cercato di dar vita a una storia che si trovi nello stesso universo narrativo, ma che sia anche indipendente e contenuta in sé, quindi ho cercato di lavorare con il mio solito stile, ispirato al genere noir ma diverso da quello delle storie originali di Watchmen. Non abbiamo tentato assolutamente di imitare. Ho preso ispirazione dallo stile classico e dall’estetica dei film gialli degli anni Sessanta e Settanta, perfetti per la storia… spero.

 

 

Fonte: DC Comics