Il rilancio dello S.W.O.R.D. da parte della Marvel passa dalle trame di Al Ewing e dalle mani di Valerio Schiti, che insieme sono uno dei team creativi del momento, soprattutto dopo l’impegno sull’evento Empyre. I lettori americani hanno avuto modo di fare qualche domanda allo sceneggiatore, grazie ad Adventures in Poor Taste, riguardo questa nuova incarnazione dell’agenzia di protezione dalle minacce cosmiche della Terra, un tempo divisione dello S.H.I.E.L.D.

 

 

Ecco cos’ha avuto da dire in merito Ewing, vero e proprio attuale padrino del cosmo Marvel, non ché sceneggiatore di Guardiani della Galassia, riguarda alla nuova serie, che fa da filo rosso tra quel che accade nel mondo dei mutanti a Krakoa e gli eventi, sempre cangianti, che avvengono tra le stelle e i pianeti. Due angoli dell’Universo Marvel che, come sappiamo, si sono spesso felicemente intrecciati.

 

S.W.O.R.D. #3, copertina di Valerio Schiti

Ewing – Contribuire a quel che sta accadendo a Krakoa è grandioso. Credo che ci siano stati, negli ultimi tempi, dei segnali del fatto che sarei stato coinvolto, ma non avrei mai potuto immaginare che i pianeti si sarebbero allineati in questo modo. Non potrei sognare una serie mutante migliore su cui trovarmi in questo momento, perché è perfetta nel grande schema delle cose e per i miei personali talenti. Mi consentirà di addentrarmi in molte delle fila a cui ho lavorato nel corso degli anni, ma nel contesto degli sconvolgimenti mutanti in corso. E poi la gente che lavora sugli X-Men in questo momento è grandiosa e lavorare in questa parte della Marvel è un premio.

Le vecchie storie di Chris Claremont hanno avuto un grande impatto su di me, quando ero ragazzino e le storie degli X-Men avevano un’intensità emotiva che all’epoca pochi altri fumetti potevano eguagliare. Credo di essermene allontanato nel corso degli anni Novanta, tuttavia, quindi ho dovuto fare un bel po’ di ricerche per rimettermi in pari. Il personaggio di Fabian Cortez è stato molto utile, in quella fase, perché seguire il suo cammino mi ha permesso di ricostruire una storia degli X-Men durante gli anni Novanta molto condensata.

Presente escluso, probabilmente la mia run preferita di sempre è quella dei primi del Duemila, di Grant Morrison. Ricordo di aver preso qualche albo all’epoca dell’uscita e di essere stato completamente spazzato via. Le tavole spettacolari di Frank Quitely e Phil Jimenez, l’esplosione della cultura mutante, i bellissimi elementi di fantascienza… tutto testimoniava di una nuova era e sembrava studiato per affascinarmi. Non so quanto regga il confronto vent’anni dopo, soprattutto con l’acqua che è passata sotto i ponti in termini di continuity, ma è una lettura che raccomando con forza.

 

Ewing ha quindi risposto a qualche domanda sui personaggi scelti per far parte della squadra. Amelia Voght, Risque e Wiz-Kid, così come gli altri membri, rispondono alla necessità di bilanciare la squadra di intervento dello S.W.O.R.D. e renderla il più in grado possibile di teletrasportarsi rapidamente e intervenire efficacemente. Amelia, così come Frenzy e Fabian Cortez, è stata membro degli Accoliti e questo avrà un peso nelle trame. Peeper, con i suoi poteri legati all’osservazione e alla percezione, risponde alla stessa logica: servivano i suoi poteri per far funzionare i Sei in azione, ma anche il suo antico rapporto con Magneto è tornato utile alle trame.

 

Ewing – L’idea dei Sei mi è venuta da una storia a cui lavoravo, in cui Manifold andava in missione in luoghi lontani per recuperare un determinato oggetto, attorno a cui avrebbe ruotato un’intera avventura. Immediatamente è diventata l’occasione per raccontare qualcosa di più ambizioso e mettere assieme un circuito mutante simile a quello composto dai Cinque di Krakoa. Credo sia stato Jonathan Hickman a suggerire di dividere la squadra dello S.W.O.R.D. in due: da un lato un team di teleporta in grado di condurre i Sei in ogni angolo del cosmo, e poi i Sei stessi come squadra operativa effettiva.

S.W.O.R.D. #1, copertina di Valerio Schiti

La capacità di teleportarsi a lunga distanza non è nuova nella comunità mutante, da ben prima della creazione del personaggio di Eden. Penso alla rock star spaziale Lila Cheney, che presto avrà un ruolo importante nelle trame. Il fatto che i mutanti non abbiano gran bisogno di navi spaziali è stato uno dei primi concetti che ho proposto. Ha generato l’idea dei costumi spaziali e l’immagine di Magneto che vola verso la stazione orbitale nella sua piccola sfera di metallo. I Cinque hanno aperto la strada e sono certo che vedremo presto altri circuiti mutanti, nelle storie.

Ogni volta che scrivo il personaggio di Abigail mi vengono in mente nuove idee per lei. Credo sia una di quelle figure grandiose che hanno sempre qualche progetto in testa e che tutti noi speriamo vada per il verso giusto. Anche se sappiamo quanto sia capace di essere approssimativa sui dettagli dei suoi piani. Ha molta fiducia nella propria sicurezza e ha un sacco di segreti: due elementi che per me tendono ad avere conseguenze inaspettate. Lei è una di quelle persone che sceglie sempre la propria direzione, a seconda di cosa abbia senso in quel momento preciso. E ho alcune idee sull’identità della sua mamma.

Io e Gerry Duggan stiamo collaborando nella gestione del personaggio di Cable in generale e, fin qui, abbiamo lavorato in modo che le mie storie di S.W.O.R.D. influenzino le sue e viceversa. Procediamo man mano. Come ho già detto, lavorare nella divisione mutante della Marvel significa grande collaborazione, quindi io e Gerry abbiamo iniziato a capirci molto in fretta.

 

Ewing non si sbilancia sul ruolo, ma promette la presenza di uno dei suoi personaggi preferiti, il Dottor Destino, nelle trame del 2021. Inoltre aspettiamoci di notare immediata intesa di genere romantico tra due membri del gruppo, sottolineata dalle tavole di Valerio Schiti e dalla tensione sessuale che mostrano.

 

 

Fonte: AITP