Correva l’anno 2010 quanto l’attuale pezzo da novanta della DC, Scott Snyder, assieme al disegnatore Rafael Albuquerque e al giovane scrittore in erba Stephen King, rivoluzionava l’immagine fumettistica dei vampiri con la serie che lo ha lanciato nelle alte sfere del comicdom. American Vampire divenne molto rapidamente un successo internazionale, vinse un Eisner Award, ci regalò un autore maturo e immaginifico abbastanza da vedersi consegnare, pochi anni più tardi, le chiavi di alcune delle saghe più importanti attualmente in corso nel mainstream americano e il rinnovamento di uno dei personaggi più amati di sempre.

Messa in standby l’anno scorso per permettere all’impegnatissimo Scott di occuparsi dei moltissimi progetti avviati e ricaricare le pile della creatività, American Vampire è tornato tra noi settimana scorsa. Lo stesso Snyder si dice felicissimo di riprendere in mano le fila del discorso abbandonato nel 2013: la serie è mancata terribilmente sia a lui che ad Albuquerque che si sentono decisamente a casa sulle sue pagine. Il nuovo cors vuole in qualche modo essere un nuovo inizio, un’occasione per i nuovi lettori di inserirsi nell’universo di bande e razze vampiresche in costante lotta fra loro per la supremazia e la sopravvivenza.

Snyder parla anche dell’atmosfera che vuole creare con questo secondo ciclo di storie vampiresche legate al mito degli Stat Uniti del passato. Immaginate una colonna sonora country anni Sessanta per il ritorno di American Vampire, con una spruzzata di Mago di Oz nella strutturazione della storia, che coinvolgerà Pearl e Skinner molto cambiati, molto più consapevoli di quel che sono e dei mostri che devono affrontare nel mondo e dentro di sé. La situazione è critica: quella di un paese che sta per cedere sotto le pressioni della politica (siamo negli anni ’60 post-omicidio Kennedy) e contemporaneamente quelle del mondo fantastico e soprannaturale che anima la serie. C’è una minaccia antica che incombe, direttamente dall’epoca dei miti. E qualcuno dovrà prendersi la briga di affrontarla.

Snyder promette grandi ritorni, grand approfondimento dei tapporti tra i personaggi e un ciclo di storie proiettato verso una rapida e imprevista evoluzione degli eventi. E Dracula. Sì, il vampiro per antonomasia è ancora tra noi nell’universo di American Vampire.

Fonte: IGN