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Sputa tre volte, la recensione
Queste le motivazioni con cui il quotidiano americano ha motivato la sua scelta:
La giovinezza viene interpretata come una favola cruda in Sputa tre volte di Davide Reviati, un lirico e irrequieto racconto epico su tre ragazzi e i loro vicini Rom, ambientato in una degrata provincia italiana del dopoguerra. C’è un’economia elegiaca nelle gloriose vignette di Reviati che mostrano stanze buie, campi che sfociano nell’infinito e aggraziate figure che si contorcono dalla rabbia e dall’estasi, mentre il tempo gli scorre tra le dita.
A seguire trovate la sinossi ufficiale del fumetto:
Guido, Moreno detto “Grisù”, Katango e gli altri… un gruppo di ragazzi cresciuti insieme in una periferia che è quasi campagna. Frequentano con scarso profitto l’istituto tecnico industriale. Ma soprattutto le loro giornate sono fatte di bar e biliardo, scorribande in auto, notti a fumare in riva al fiume. Vicino, in un casolare diroccato, vive una famiglia di nomadi slavi. “Gli zingari, tutti ladri e senza Dio”, come dice con disprezzo la gente. Tra loro Loretta, ragazza selvatica che a loro sembra una bambina vecchia o una strega…
A sei anni da “Morti di sonno”, il ritorno di uno degli autori più amati e premiati del graphic novel italiano, tradotto in Francia, Spagna e Corea del Sud.
In una pianura magica tra terra e mare, dove esistono “campi dei miracoli” e dove John Wayne può apparire a cavallo per dare consigli a un ragazzino, Reviati torna a raccontare l’amicizia, la stagione dell’adolescenza e la sua fine. Ma anche i pregiudizi, la paura del diverso, la fragilità umana. E il suo sguardo intenso e poetico si fa universale per raccontarci, insieme a vite quotidiane di provincia, un pezzo della tragica storia del popolo Rom, perseguitato sotto tutti i cieli.
Fonte: The Guardian
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