Il peso di Star Wars nell’immaginario collettivo è un dato di fatto innegabile. E anche nel settore che più ci riguarda da vicino, quello fumettistico, la saga concepita da George Lucas occupa uno spazio di tutto riguardo: è lecito dire che non esiste autore o disegnatore che, in un momento o nell’altro della sua carriera, non si sia cimentato nell’affrontare gli eventi e i personaggi della galassia lontana lontana, fosse anche soltanto attraverso una storia breve, una variant cover o un contributo artistico di vario tipo. Una delle eccezioni al riguardo è costituita da Gail Simone, la cui strada non ha ancora mai incrociato le vie della Forza.

Eppure, l’autrice ha una storia molto interessante da raccontare su un progetto mai giunto in porto che non solo le avrebbe permesso di cimentarsi in una battaglia stellare a pieno titolo, ma che coinvolgeva anche due delle figure più amate dell’universo fittizio e del suo corrispondente cinematografico: Leia Organa e la sua interprete Carrie Fisher.

La stessa Simone racconta i retroscena di questo stuzzicante progetto, purtroppo mai concretizzatosi:

 

Princess Leia

Simone – Ero su Twitter, mi stavo entusiasmando ancora una volta per Star Wars (non sono sicura di quale fosse il motivo… un gioco, un film? Non ricordo) Ed ecco che mi salta in mente questa immagine: la Principessa Leia, con indosso il suo equipaggiamento da commando di Endor, su una spiaggia, che mette piede a riva con un esercito di Wookiee dietro di lei che parte alla carica come nello sbarco in Normandia. Tutto qui, nessuna trama: solo quell’idea. L’editore dei fumetti di Star Wars dell’epoca, la Dark Horse, notò il mio tweet.

Furono adorabili, non aspettarono nemmeno che mandassi una proposta. Mi dissero semplicemente: “Tu che scrivi una storia su Leia? Si fa.” Ma la Lucasfilm ovviamente aveva bisogno di una trama più dettagliata prima di poter dare la sua approvazione. E così scrissi una vera e propria Guerra Stellare, con la Leia più tosta di tutti i tempi, quella che avevamo visto durante la fuga dalla Morte Nera, ma che non sempre avevamo visto altrove. In essenza, Leia la sterminatrice di Hutt.

In questa storia, Leia comanda uno squadrone di Wookiee per liberare un gruppo di schiavi, un aspetto che mi ha sempre infastidito un po’ in Star Wars. E come omaggio all’acquisizione di Star Wars da parte della Disney, era una storia di guerra, ma seguiva con precisione i passi dei primi film di fiabe della Disney. C’era una principessa, le accadevano tutte queste cosa da favola, era davvero una storia piena di azione e divertente.

A quanto pare, Dark Horse e Lucasfilm pensavano di farne un grosso evento. Pensavano addirittura a una promozione mondiale. Fu contattata da membri del personale della Lucasfilm che nemmeno conoscevo. Avevano una grande idea per promuoverlo e fare capire quanto fosse importante: volevano che io incontrassi Carrie Fisher.

Il piano era di incontrarla nel backstage di qualche convention, per fare un rapido servizio fotografico veloci, ma anche per parlare un po’ con lei del suo punto di vista su Leia, sulla strada fatta dal personaggio e sulla strada che ancora poteva fare. Parlai con gli agenti della signora Fisher, che diedero il loro okay.

Sfortunatamente, non riuscimmo a trovare uno spazio nella scaletta dei suoi impegni, e poco dopo Carrie Fisher morì.

E così abbandonai l’idea di fare la storia. In tutta onestà… non era il momento giusto. Avrei potuto proporre altre storie, ma il mio cuore era lì. Ci tenevo molto alla mia storia su Leia in Normandia, ma non riuscivo più a lavorarci.

Con il tempo capii che a molte persone mancavano sia Leia che Carrie. Mi sono detta: “Accidenti, forse questo potrebbe essere un bel tributo per tutti noi a cui manca questa donna straordinaria”. Poi però i diritti sono passati dalla Dark Horse alla Marvel, che aveva un programma denso di progetti pianificati da lungo tempo, e il momento giusto non è mai emerso. Quindi probabilmente non accadrà mai.

Ma un giorno impugnerò un blaster e una spada laser e cercherò di onorare questo fantastico universo, fosse anche soltanto con una piccola storia su un Wampa che odia la neve!

 

 

Fonte: Newsarama