Way of X: Si Spurrier e le sfide di creare una religione per i mutanti

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Nightcrawler Way of X
Attenzione: l'articolo contiene spoiler
C’è discreta attesa per la nuova serie mutante che sotto l’egida di Reign of X andrà ad aggiungersi al già nutrito parco testate imperniato sull’epopea di Krakoa. Parliamo di Way of X, mensile che vedrà Nightcrawler protagonista e che metterà al centro della storia gli interrogativi più inquietanti che il resto della società mutante sembra voler spazzare sotto il tappeto: domande sulla vita, sulla morte e sulla resurrezione nella nazione mutante, e accanto a esse temi morali, mistici e religiosi. In breve: un excursus sulla spiritualità mutante all’interno di una nazione con una potenza smisurata ma priva della rispettiva esperienza per gestirla come si deve.

 

 

Temi tutt’altro che superficiali che lo sceneggiatore Si Spurrier intende affrontare di petto su Way of X e che sono state oggetto di lunghe e approfondite riflessioni, condivise con gli X-fan nel corso di un’interessante intervista online:

 

Way of X #2, variant cover di Christian Ward

Spurrier – I mutanti Marvel sono stati usati innumerevoli volte per raccontare storie straordinarie che parlano di razza, genere, sessualità, classe e di ogni altra forma di estraneazione sociale. E lo fanno in modo brillante. Quegli strumenti sono ancora molto sul tavolo. Ma quando Jonathan Hickman parla di espansione come tema portante di Reign of X, non credo intenda solo in termini di costruzione del mondo e di sviluppo dei personaggi, ma anche morali e di pietre di paragone con il mondo reale. Come dico spesso: questa non è solo una storia sui mutanti, è una storia sui mutanti che diventano un popolo. E questo apre un livello totalmente inedito di complicazioni, crisi e metafore. Cultura, fede, legge, commercio, conflitto, fedeltà: argomenti vasti e intriganti che non sono mai stati così importanti come nei focolai crepitanti del mondo diviso di oggi, che, non dimentichiamolo, è anche più interconnesso a livello globale di quanto non sia mai stato. Krakoa, come civiltà, parla di tutte queste cose.

Il problema è che molte cose scivolano via tra le crepe. La razza mutante espande i suoi orizzonti così velocemente, così radicalmente e con tale potenza che iniziano ad apparire delle crepe invisibili (alcuni di voi forse sospetteranno che fossero presenti fin dall’inizio). E in un mondo come l’Universo Marvel, quando compare qualche crepa, potete scommettere che qualcosa di mortale e di oscuro si insinuerà all’interno per trarne profitto.

Way of X #1, copertina di Giuseppe Camuncoli

Molte delle X-serie si concentrano sul tema dell’espansione, in un modo o nell’altro. Minacce dall’esterno, missioni nell’ignoto, esplorazione e scoperta, difesa dei confini, neutralizzazione delle minacce esterne. Storie incredibili ed entusiasmati. Quello che mi mancava, e quello che mi affascina, è come ci si sente a essere all’interno della bolla, a tenere acceso il focolare e a guardare i confini che si espandono. Senza sapere come andrà a finire, e quindi senza sapere quale sia il tuo posto.

Abbiamo una popolazione di individui super potenti, tutti impegnati a cercare di capire cosa ci si aspetti da loro, come vogliono che sia il loro paradiso, dove di preciso i limiti di ciò che possono fare diventano trasgressione e soprattutto, cosa devono fare per credere che quello che fanno abbia un senso? Ognuno di loro avrà una risposta diversa per ciascuna di queste domande.

Krakoa è un calderone in ebollizione. Non ci vorrà molto prima che trabocchi, e cosa succederà quando lo farà? Nel migliore dei casi: spazzerà via l’intera isola. Più probabilmente: annienterà un pianeta. O l’universo.  La domanda che ne segue è: come impedire a una civiltà giovane e sfrontata, dotata di un potere senza precedenti di saltare in aria? Soprattutto quando viene deliberatamente pugnalata alle costole da un nemico segreto? Risposta: aiutando le persone a trovare la via giusta per vivere.

Way of X #1, anteprima 01

Qui entra in scena Nightcrawler. Per essere chiari: non voglio assolutamente dire di non ritenere la sua fede un tema centrale per il personaggio: lo è ed è bellissimo. Tuttavia non apprezzo troppo quelle storie che saltano fuori di tanto in tanto in cui Kurt viene usato per approfondire questioni più granulari: paradiso e inferno, la natura delle anime, il giudizio nell’aldilà e tutto questo genere di cose. Per me sono questioni di fede estremamente personali, e quando le metti in primo piano, al centro di una storia del mondo condiviso, le fissi inevitabilmente nella pietra. Nella migliore delle ipotesi, cerchi di lasciare una via d’uscita aperta a livello narrativo. Ma nel peggiore dei casi ti stai alienando una grossa fetta del tuo pubblico che ha idee molto diverse.

Questo è ciò che per me valorizza Way of X. Mi è stato immediatamente ovvio che una storia sulla “religione mutante” avrebbe dovuto fare la massima attenzione a non favorire, o peggio ancora, contraddire qualunque credenza teologica esistente. La strada che ho seguito per superare questo ostacolo è questa: Nightcrawler sente che c’è qualcosa di marcio nei cuori e nelle anime della razza mutante. Ma mentre si sforza di identificare cosa ci sia che non va, si rende conto che questo non è un problema che possa essere risolto con le preghiere e con la fede. È più grande della fede specifica di una persona. La soluzione deve essere qualcosa che ogni singolo mutante possa accettare, mentalmente ed emotivamente. In altre parole, una grande idea che vada al di là le religioni esistenti. Qualcosa che permetta ai personaggi come Kurt di rimanere fedeli al loro credo personale.

Way of X #1, anteprima 02

La via non è un “invece di”, in termini religiosi. È piuttosto un “ma anche” Sono abbastanza soddisfatto della grande idea a cui sono approdato. Non ho intenzione di rivelarla qui, ma è qualcosa a cui arriveremo in modo molto spontaneo alla fine del primo arco narrativo. Nella sua caccia per trovare la Grande Idea perfetta per unire il genere mutante, Kurt usa le Tre Leggi di Krakoa come punto di partenza. Ha senso farlo. Chiunque sappia qualcosa sulle società funzionali sa che dipendono da astrazioni concettuali per funzionare, vale a dire cose che non sono una realtà intrinseca finché le persone non scelgono, collettivamente, di agire come se lo fossero.

Denaro, cultura, storie, lotta di classe, arte, religione, buone maniere e, sì, leggi: tutte tecnologie mentali di grande successo che l’umanità ha usato per millenni per impedire alle società di cadere nell’anarchia, in vari modi. Ma nessuna di esse è davvero qualcosa. Nessuno di loro esiste senza un investimento comune condiviso in un’idea completamente astratta. Kurt esamina da vicino ognuna delle tre leggi mentre va a caccia della sua grande idea, e dedicheremo un numero a ognuna delle leggi. Le difficili domande che Kurt si trova a porre sulla vita su Krakoa – le domande che lo conducono, a poco a poco, verso la via – tendono ad avere origine dai dogmi specifici della sua fede cattolica. E non dovrebbe essere una sorpresa.

Way of X #1, anteprima 03

Come nelle migliori società fantascientifiche, le realtà della vita su Krakoa ci chiedono di immaginare come noi (o le persone che conosciamo) potremmo comportarci se alcune delle realtà più importanti e immutabili nelle nostre vite cambiassero all’improvviso. Per esempio: i krakoani hanno una capacità pressoché infinita di curarsi da ogni genere di malattie. Significa che fanno sesso a volontà? Probabilmente. Su Krakoa, non esistono le proprietà individuali tradizionali. Il cibo è abbondante, le risorse sono condivise. Questo significa che gli abitanti attingeranno disinvoltamente alle “proprietà” degli altri senza considerarlo un furto? Probabilmente. Su Krakoa, la morte non è più un assoluto. La risurrezione ti riporta indietro. E sebbene ci siano sicuramente molte grandi domande al riguardo, c’è continuità di coscienza? L’”io” che ritorna è lo stesso “io” che è morto? Cosa succede a tutti i piccoli frammenti di memoria e di esperienza che sono accaduti tra il momento in cui Cerebro ha registrato il mio cervello e la mia morte fisica? Anche se c’è chi si pone grandi domande come queste, il terrore della morte è stato drasticamente ridotto. Significa che certe persone potrebbero spingersi oltre e iniziare a considerare la morte come un rito di passaggio? O un’emozione forte? Assolutamente sì.

Oppure, per citare l’esempio che ha lanciato in primo luogo l’intero progetto: il Crogiolo. Una cerimonia culturale completamente nuova, su misura, in cui ci si aspetta che un mutante forte sconfigga e uccida ritualmente un mutante depotenziato, in modo che la resurrezione di quest’ultimo sia considerata guadagnata. Una bella morte. Una morte coraggiosa. Ma… è un omicidio? O forse un suicidio?

 

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Fonte: AIPT

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