Se Valerio Schiti è l’artista Marvel in cui le saghe cosmiche, le ambientazioni spaziali e le soap opera mutanti si fondono, la sua controparte è indubbiamente Al Ewing, sceneggiatore con cui vanta un forte e duraturo sodalizio. Quest’ultimo ha in mano vari pilastri essenziali del mondo mutante di Krakoa: sue sono le storie del giovane Cable e della conquista mutante dello spazio narrata in S.W.O.R.D.

Specialmente quest’ultima testata gli permette di gestire due personaggi cruciali come Tempesta, neoeletta reggente del pianeta Marte colonizzato da Arakko, e Magneto, a sua volta parte del team di terraformazione del Pianeta Rosso stesso, ma afflitto da gravi problemi personali a causa di un inaspettato e tragico risvolto del suo rapporto con Wanda Maximoff, alias Scarlet.

 

 

Ewing racconta il suo grande amore per Ororo, il suo viaggio nella mente di Magneto e la sua interpretazione di Cable nell’avventura finale della sua testata in solitario:

 

S.W.O.R.D. #7, copertina di Valerio Schiti

Ewing – S.W.O.R.D. #7 sarà il primo vero assaggio che i lettori avranno di Tempesta come Reggente di Arakko e rappresentante diplomatica del Sistema Solare, e la vedremo scontrarsi uno dei più grandi cattivi dell’Universo Marvel. Ci sono anche sviluppi e rivelazioni riguardanti altri membri del cast che non dovrete perdervi, tra cui un cammeo di Hulkling e un paio di altri notabili dell’Alleanza Kree/Skrull (e lasciatemi dire che Stefano Caselli disegna un grande Teddy). Ma posso garantirvi che potete anche leggere questo numero indipendentemente e divertirvi: qualsiasi parte di Last Annihilation può essere goduta da sola, e ho progettato questa storia appositamente con questo proposito.

I fan di Cable che non si curano troppo di Last Annihilation, possono limitarsi a leggere lo speciale e godersi una missione super divertente con il vecchio cyborg brontolone che tutti amano. Ho incanalato tutta la passione che c’è in me per gli anni 90 in questa storia e so che l’artista Bob Quinn ha dichiarato che per lui è stato un vero spasso renderlo ancora più anni 90 di quanto lo avessi concepito io. Quanto a Cable, credo che la mia versione sia abbastanza aderente alle caratterizzazioni precedenti. L’unica grande differenza tra lui e il giovane Cable, secondo me, è che il vecchio Cable è estremamente più sicuro di sé in confronto. Ma ha anche visto molte cose brutte nel corso dei decenni, cose che lo hanno cambiato. Quindi c’è un mix di umorismo e di profonda tristezza su cui è molto interessante lavorare.

Cable Reloaded #1, copertina di Stefano Caselli

Ora che Arakko è la capitale del sistema solare, sia lo S.W.O.R.D. inteso come organizzazione che come serie cambieranno ampliando il loro mandato. Trascorreremo molto tempo su Arakko e impareremo come vengono gestite le cose sia internamente che esternamente. Vedremo come reagirà Abigail Brand e come reagirà Tempesta alla sua reazione. Esploreremo a fondo gli Arakkii. Ho pianificato praticamente il prossimo anno di storie, e questo comporterà alcuni grandi cambiamenti nello status quo, ma posso garantire che non abbiamo intenzione di tornare indietro o di mettere gli Arakkii in secondo piano. Abbiamo grandi progetti per loro, e personalmente ho già fatto un grosso lavoro di pianificazione su quel fronte. Ho già compilato un gigantesco documento di consultazione al riguardo, a cui probabilmente apporterò ulteriori modifiche, per ragioni che risulteranno evidenti nel tempo. Lavoro molto in quella direzione e penso che stia ottenendo dei buoni risultati. S.W.OR.D. #8 conterrà tutti i dettagli finora sconosciuti su The Great Ring che sono riuscito a stipare in una pagina di dati.

Black Panther #3, copertina di Alex Ross

Il mio primo contatto con Tempesta, nonché con molti altri eroi Marvel, è avvenuto grazie alle ristampe inglesi delle Guerre Segrete originali (cosa che definisce ineluttabilmente la mia età). I veri fumetti americani erano più difficili da reperire allora e quando finalmente ho fatto la conoscenza con gli X-Men di Claremont X-Men e ho avuto quella che definirei la giusta presentazione del personaggio, era senza poteri e sconfiggeva Ciclope nella stanza del pericolo. E non mi interessa cosa hanno detto le retcon su quella lotta in seguito: Tempesta ha vinto a mani basse, senza circostanze attenuanti o cose del tipo “oh, inconsciamente Ciclope bla bla bla”. L’ho letto con i miei occhi. Ero lì. Tempesta ha vinto. Ora, ovviamente, quei giorni senza poteri sono alle spalle e penso a nuove mirabolanti imprese meteorologiche per lei ogni giorno, accettando anche suggerimenti da altri membri dell’X-Office certe cose interessanti che può fare con i suoi poteri (oltre ad alcuni vecchi classici: mi piace quando scaglia un fulmine ben piazzato, di tanto in tanto).

S.W.O.R.D. #8, copertina di Valerio Schiti

Ci tengo a sottolineare che sto lavorando su una versione molto potente di Tempesta, con la dea consapevole di esserlo che è diventata nel ciclo di storie di Pantera Nera, quindi i fan non devono spaventarsi quando dico che la mia visione fondamentale del personaggio scaturisce per buona parte da quel numero e dal periodo che ho menzionato poco fa: Tempesta ha una forza di volontà straordinaria, che le ha permesso non solo di rimanere negli X-Men anche quando era senza poteri, ma addirittura di guidarli. Non riesco davvero a esprimere quanto sia stato bello, e quanto sia stato bello dimostrare che l’effettivo leader degli X-Men non avesse alcun potere mutante, ma restasse indiscutibilmente la persona migliore per quel ruolo. L’ha dimostrato, lo sanno tutti, fine della storia. Questo non definisce solo come la penso su Tempesta, ma anche come la penso su tutti i super eroi: che sono figure che vanno ben oltre i loro poteri. Lo ribadirò ancora per placare gli animi più inquieti: Tempesta farà ampio uso dei suoi poteri di controllo atmosferico, usandoli in modi entusiasmanti e visivamente soddisfacenti. Ma ho intenzione di fare il miglior lavoro possibile anche su tutti i suoi altri aspetti.

S.W.O.R.D. #6, copertina di Valerio Schiti

Innanzi tutto, ho voluto che facesse un’entrata in scena significativa. Ho voluto che parlasse immediatamente una lingua che i vari dignitari alieni capissero: è per questo che l’ho definita colei che nuota con le acanti, perché interagisce con figure che forse non conoscono gli X-Men o Wakanda Prime, in dettaglio, ma che conoscono bene le leggendarie balene spaziali in via di estinzione e sanno quanto devi essere speciale per comunicare con loro. Inoltre volevo fare riferimento alla storia recente del personaggio e fare riferimento ad alcuni suoi atti compiuti come dea in Black Panther. Inoltre, “signora dei venti” suona sempre bene.

Passando a Magneto e Wanda: non sapevo cosa sarebbe successo tra loro. L’ultima scena che hanno insieme nasce da un’altra che avevamo presentato nel numero #1, dove Magneto ha delle reazioni facciali molto visibili quando qualcuno menziona Wanda. I lettori possono capire che sta succedendo qualcosa di serio, ma senza che rivelassimo esattamente cosa. Direi che in parte volevo solo affrontare il problema di Wanda: non avevo un piano specifico in mente, volevo solo smuovere un po’ le acque, perché pensavo ce ne fosse bisogno. Quindi in quella fase, quando abbiamo iniziato a parlare per la prima volta del Gala Infernale, ho proposto una scena di Magneto, molto tempo dopo il Gala, mentre sorseggiava un drink da solo, incapace di godersi il grande risultato a cui aveva contribuito in modo essenziale. Poi arriva Wanda (nella pagina dopo, facendo un’apparizione a sorpresa) e i due vivono questo momento insieme in cui è chiaro che lui la considera ancora parte della famiglia. E ho insistito più del solito per questa scena, perché nella mia testa era una scena che vedevo molto chiaramente.

 

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Fonte: AIPT