Se c’è una figura che potremmo definire “nell’occhio del ciclone” nella redazione Marvel è sicuramente Jordan D. White. L’editor delle X-testate si trova nel delicato e cruciale compito di mantenere l’ordine nei ranghi dopo il fulmine a ciel sereno della partenza del demiurgo mutante dell’era di Krakoa, Jonathan Hickman, che farà un passo indietro dalle serie degli X-Men alla conclusione dell’ultima opera da lui firmata, la miniserie Inferno, lanciata in questi giorni.

 

 

White ha il compito di gestire e organizzare le linee narrative e i progetti sugli X-Men post-Hickman, un ruolo impegnativo e cruciale, ma in una recente chiacchierata online con i lettori si è premurato di specificare che l’abbandono di Hickman è stato tutt’altro che improvviso, che la pianificazione della saga mutante resta solida e che lo scrittore di HOX/POX e Inferno mantiene comunque il suo contributo allo sviluppo delle linee narrative portanti.

 

Inferno #1, copertina di Jerome Opena

White – So che Jonathan starà via per molto tempo. Ha parlato in dettaglio di questo cambiamento. Ma ho la sensazione che, per quanto possa enfatizzare la sua scelta, la gente continui a travisarlo. Dicono che Jonathan è arrivato con un piano, e che tutti hanno criticato quel piano al punto di farlo andare via, ma questo non potrebbe essere più lontano dalla verità. Jonathan è arrivato con un piano e poi il piano è cambiato in base agli effettivi sviluppi della storia e al modo in cui tutto è cresciuto.

Non c’è mai stato un momento in cui la Marvel gli ha detto: “Non ci piace più la tua idea, cambiala”. O in cui gli scrittori gli hanno detto: “Non ci piace la tua idea, cambiala”. Tutti hanno adorato l’idea di Jonathan, me compreso. Ma dopo aver visto come le cose hanno iniziato a svilupparsi, Jonathan ha detto: “Penso che forse non sia il caso di farlo”. È stato un suo suggerimento e penso che abbia sempre detto che quando è arrivato (anche quando il progetto prevedeva ancora i tre atti) ha specificato: “Ma chissà quanto durerà il primo atto”. Anzi, all’inizio, non li chiamavamo tre atti: li chiamavamo “anno uno”, “anno due” e “anno tre”. Ma ben presto abbiamo smesso di farlo perché la storia non veniva più misurata in anni. Per esempio, “l’anno uno” potrebbe essere 10 anni: non sappiamo quanto tempo richiederà.

Inferno #4, copertina di Jerome Opena

Quindi il piano non è cambiato perché a nessuno è piaciuto il piano di Jonathan. Il piano è cambiato perché Jonathan ha cambiato idea su cosa dovevamo fare. Ci sono alcuni aspetti di quel piano che si concretizzeranno. E ce ne sono anche alcuni che non avverranno. Ma questo è implicito nel progetto. Naturalmente non posso entrare troppo nel dettaglio, perché si parla di storie future. Come avrete visto da una serie di post sui social media la scorsa settimana, Jonathan è ancora fortemente coinvolto in ciò che stiamo facendo. Ha partecipato al nostro summit tutti e tre i giorni, aiutandoci a porre le basi e a pianificare i prossimi tre anni di storie. Quindi, la sua influenza si farà sentire in modo molto forte nei mesi a venire. Semplicemente non scriverà una serie mensile.

Sapevo da molto tempo che se ne sarebbe andato, tutti noi lo sapevamo. Molte delle cose che abbiamo realizzato e predisposto in quest’anno erano in preparazione di questo passo. Inferno, in origine, non si chiamava Inferno. Aveva un altro nome (che peraltro useremo di qui a poco, quindi non dirò quale fosse quel titolo, ma prima si intitolava in modo diverso). Ed è sempre stato il suo racconto finale, fin da quando sapevo che se ne sarebbe andato. Questo non è il capitolo finale della sua storia, che durerà molti, molti anni, ma è il punto in cui ha detto “Questa è la storia che racconterò, poi farò un passo indietro”.

Inferno #2, copertina di Jerome Opeña

E insisto, mi spiace ripetermi, ma è importante sottolinearlo, non se ne va con delusione o rabbia. Se ne va con amore. È molto contento di quello che stiamo facendo. È molto entusiasta di tutti i piani che abbiamo delineato. Lui e io abbiamo lavorato a strettissimo contatto con ogni singolo scrittore che lavora sulla linea. So che è davvero orgoglioso di loro e del lavoro che stanno facendo ed è per questo che può fare un passo indietro senza sentirsi a disagio. Lavora con noi perché ha a cuore la storia. Vuole che sia la migliore possibile. E ripeto, resta comunque un nostro partner e collaboratore su questo progetto, ma non sarà più “Head of X”. Non lavorerà sulle serie con noi in futuro. Vuole semplicemente assicurarsi che abbiamo un progetto di ampia portata, e credo che ce l’abbiamo. Anche per questo motivo, non credo ci sarà un nuovo “Head of X”.

 

Inferno, teaser di Mark Brooks

 

 

Fonte: AIPT

 

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