Haxa vol. 3: Il cerchio di pietre, copertina di Nicolò Pellizzon

Esce oggi, giovedì 25 febbraio, Il cerchio di pietre, terzo e ultimo volume della saga fantasy Haxa, firmata da Nicolò Pellizzon e pubblicata da BAO Publishing.

Proprio grazie all’editore milanese abbiamo avuto la possibilità di incontrare virtualmente l’autore e fare con lui una chiacchierata a proposito dell’ultimo capitolo della sua opera.

Haxa racconta di un mondo nel quale è stata scoperta l’esistenza della magia e delle due fazioni che, in precario equilibrio, la governano: quella degli Elementalisti, capaci di trasformare la materia secondo delle leggi elementali, e i Goetiani, che invece hanno la capacità di evocare creature provenienti da altri mondi.

Sophia è una giovane ragazza che si trova a unirsi a una gang di reietti, nel bel mezzo di uno scontro nel quale si mescolano poteri ancestrali e interessi celati. Il tutto all’interno di una cornice complessa, finemente raccontata da Pellizzon che descrive il mondo di Haxa con dovizia di dettagli e riesce a curare con maestria le relazioni che si intrecciano tra i suoi personaggi dalla grande tridimensionalità.

In occasione della chiacchierata con il fumettista, sono emersi i punti di forza della sua opera: l’ampio cast composto in particolar modo da personaggi femminili; il peculiare linguaggio da essi usato, caratterizzato da influenze provenienti dalla lingua giapponese; e soprattutto la ricchissima ambientazione fantastica, impreziosita nel corso di tutti e tre i volumi, da approfondimenti dedicati al background storico e culturale dell’universo immaginato dall’autore.

 

 

Così come il fumettista ci aveva raccontato in occasione dell’uscita del secondo volume della saga, anche questa volta ha riconfermato come la scelta di un cast quasi interamente femminile sia dovuta a un naturale sviluppo dell’idea durante il processo creativo. Pellizzon, infatti, non assegna un genere ai suoi personaggi, ma lo definisce man mano che essi sono inseriti all’interno della trama. In questo caso, ciò ha fatto sì che Haxa sia diventata una storia con moltissimi personaggi femminili che si muovono in un futuro più inclusivo e dove l’influenza del patriarcato è meno sentita.

 

Haxa vol. 3: Il cerchio di pietre, anteprima 01

 

Senza dubbio, Pellizzon è un fumettista eclettico, al quale piace distribuire citazioni concettuali di ciò che lo ha colpito all’interno delle storie che crea e, in quest’occasione, ha citato come fonti di ispirazione la scrittrice di fantasy e fantascienza Ursula Le Guin e il videogioco Bloodborne.

Nella stesura di quest’opera, l’autore ha abbracciato il suo personale approccio al genere fantasy, prendendo elementi che rientrano in questa definizione, ma lasciandosi andare a quella che è la natura propria della storia che voleva raccontare, senza farsi condizionare dalle caratteristiche del canone.

E questo approccio – insieme alla sua sopracitata abitudine di attingere idee da tutto ciò che attira la sua attenzione – ha portato a inserire all’interno di Haxa la presenza di elementi appartenenti alla lingua giapponese. In questo mondo magico, il Giappone ha un ruolo centrale e perciò le lingue dei vari Paesi sono state contaminate dal giapponese, soprattutto nel linguaggio parlato nelle strade.

Durante la chiacchierata sulle varie curiosità relative all’ambientazione dell’opera, abbiamo chiesto a Pellizzon di raccontarci qualcosa di più su un tema molto presente nei volumi, quello della fede:

 

In tutti i volumi di “Haxa”, ma in particolar modo in questo, è presente l’elemento della fede: quella più religiosa, legata al culto, ma anche una fede ideologica, tramite la quale i tuoi personaggi sembrano essere motivati ad agire. Potresti parlarci di questa scelta? Inoltre, mi è sembrato che il personaggio di Sophia sia l’unico, o almeno quello che più di tutti, si muove al di fuori di questo schema: è stata solo una mia impressione?

Pellizzon – No, non è stata una tua impressione. Non penso di essere una persona religiosa, ma sicuramente sono una persona che ha una spiritualità. In realtà, questo è un elemento che esce per forza, dal momento che penso che tutti siano mossi dalla fede o dal credere in qualcosa. Anche quando non si vuole credere in niente, in realtà, si crede in qualcosa: Aiko crede nel potere, Claire crede in una forma di stabilità e, in un certo modo, Mark crede nell’arrivare a uno stadio ultimo del potere.

[Per quanto riguarda] Sophia, non è che non creda in niente. Alla fine, considerandola nella sua lettura più alchemica – ma non voglio aprire questo argomento vastissimo –, è persa all’interno del mondo e cerca la sua strada e il suo ruolo effettivo dall’inizio alla fine. È alla ricerca di qualcosa in cui credere e questo la porta anche a fare cose terribili.

 

I due precedenti volumi della saga sono rispettivamente intitolati I confini del vento, pubblicato nell’ottobre del 2017, e Ombre d’acqua, uscito nel gennaio del 2019. Ringraziamo ancora l’autore e BAO Publishing per la disponibilità.