Dovreste già sapere tutto dell’iniziativa We Are Family, con cui la casa editrice saldaPress ha intenzione di andare incontro alle fumetterie d’Italia che hanno deciso di partecipare. L’emergenza Covid-19 ha avuto grandi ripercussioni su ogni settore economico del nostro Paese e i nostri amati negozi che ci riforniscono di storie non sono state risparmiati. La Fase 2 dell’iniziativa è patita il 18 giugno scorso e ha visto saldaPress regalare novecento delle mille copie con variant cover di The Walking Dead #67.

 

 

La variant fa parte di In Aeternum, una serie di quattro copertine che celebrano il finale dell’opera di Robert Kirkman, ed è firmata nientemeno che da Stefano Caselli. Le tre che seguiranno, sono realizzate da Giuseppe Camuncoli, Carmine Di Giandomenico e Lorenzo De Felici. Abbiamo raggiunto il direttore editoriale di saldaPress, Andrea G. Ciccarelli, per rivolgergli qualche domanda in merito. Nel riportarvi le sue risposte, ringraziamo lui e tutto il suo staff per la disponibilità e la gentilezza.

 

Ciao, Andrea. Grazie per essere qui con noi su BadTaste.it. Com’è nata l’iniziativa “We Are Family”? Quali dinamiche interne a saldaPress hanno dato vita a questa idea?

Ciao, Claudio. E grazie a te per le domande che mi danno l’occasione di parlare un po’ del nostro progetto “We Are Family”. L’idea è nata durante il periodo di stop che il Covid ha imposto a marzo al nostro lavoro. È stata l’occasione per focalizzare meglio le idee che hanno poi portato alla nascita del progetto vero e proprio, prima con la Fase 1 dei volumi a fumetti da leggere gratis in digitale tra aprile e maggio e poi, da giugno, con la Fase 2 mirata a sostenere economicamente la fumetterie con azioni concrete da parte della casa editrice.

saldaPress: We Are Family

Erano idee che, in fase embrionale, tra di noi circolavano già dallo scorso anno, ma diciamo che l’emergenza sanitaria ci ha fatto capire che c’era bisogno di accelerare nel metterle in piedi. Poi l’entusiasmo e l’alto numero di adesioni con cui il progetto è stato accolto ci hanno confermato che era giusto muoversi in quella direzione. È stato fondamentale il contributo dei partner d’oltreoceano di saldaPress (Skybound, Image Comics e Aftershock) e degli autori con cui collaboriamo. Ci siamo trovati subito in sintonia con tutti sull’idea alla base del progetto: attivarsi il prima possibile per reagire alla situazione che il lockdown stava creando, prima mantenendo il contatto con i lettori e poi sostenere la fumetteria, così da poter ripartire tutti insieme.

Tutta l’attività di live e di engagement tramite i social è stata fondamentale per la riuscita del progetto e, in generale, anche molto divertente. Credo che, mentre parlavamo dei libri con i vari ospiti che abbiamo avuto, siamo anche riusciti a comunicare il senso di inclusività che caratterizza la nostra casa editrice. Collegarsi a una nostra live – o vederla successivamente registrata – è sempre stato un po’ come partecipare a una festa tra amici appassionati di fumetto. E in questo è stato bello vedere coinvolti anche gli autori italiani ed esteri che hanno accettato volentieri il nostro invito.

Qual è il rapporto, in generale, di saldaPress come casa editrice con le fumetterie e quale il loro ruolo, secondo te, nella promozione del Fumetto nel nostro Paese?

Le fumetterie sono e restano i nostri partner commerciali. Costituiscono la principale rete di vendita attraverso la quale i nostri libri raggiungono i lettori, e l’emergenza Covid l’ha paralizzata per tre mesi. Uno stop del genere – un quarto dell’anno – proiettato su una situazione di estrema fragilità strutturale come quella in cui le fumetterie già da tempo si trovavano, ha reso immediatamente chiaro per noi che c’era bisogno di azioni concrete. Bisognava attivarsi il prima possibile per sostenere la fumetteria lungo il corso dell’anno e pensare un modo per contrastare gli effetti di una situazione economica potenzialmente devastante per tutto il nostro sistema editoriale.

Il ruolo delle fumetterie nella promozione del fumetto nel nostro Paese è importantissimo ma anche parecchio sottovalutato. E, come spesso accade, le colpe non stanno da una parte sola. Vedi, un’evoluzione che vorremmo per il nostro progetto “We Are Family”, dopo la fase dell’emergenza, è proprio nella direzione di far sapere al “resto del mondo” che le fumetterie esistono e che i libri che vendono, oltre ad essere tantissimi e bellissimi (mediamente, se consideriamo la qualità editoriale e il rapporto qualità-prezzo, i libri a fumetti battono di gran lunga la maggior parte degli altri libri), sono legati a filo doppio alla cultura pop in cui tutti oggi siamo immersi.

Di più: rispetto all’editoria tradizionalmente riconosciuta, quella a fumetti ha una percentuale molto più alta di stampa in Italia invece che all’estero (e quindi, sempre percentualmente, una maggior ricaduta sull’industria nazionale), una percentuale maggiore di lettori forti e una crescita costante di venduto all’interno della libreria di varia, dove invece tanti altri settori più blasonati e celebrati dai media perdono anno dopo anno lettori. Queste sono tutte cose che l’industria del fumetto dovrebbe mettere al centro di un progetto condiviso di comunicazione.

Esistiamo, facciamo crescere lettori veri e operiamo attraverso un’economia sana. Il supporto alla fumetteria dovrebbe diventare costante. Meglio, dovrebbe arrivare a un punto dove non è più supporto ma azione comune, condivisa, per tenere vivo e far crescere tutti insieme il canale di vendita in cui il fumetto raggiunge i propri lettori.

I risultati delle condivisioni su Issuu di materiale saldaPress è stato notevole in termini numerici, segno che il digitale è il formato del futuro, come ormai ci ripetiamo da anni senza che la cosa si manifesti, oppure è semplicemente un effetto della quarantena?

Non ho numeri a sostegno di questo che sto per dire (meglio: ce li ho ma sono pochi e parziali, e quindi poco significativi) ma l’opinione che ho maturato col tempo è che il digitale in questo momento funziona solo quando è gratis. Quindi è un fantastico strumento promozionale per far conoscere una serie, un personaggio, un autore (noi lo abbiamo visto con i numeri che hanno sviluppato i 15 titoli della Fase 1: in due mesi, 260mila impression e 30mila letture); lo puoi usare per costruirci attorno un sistema di informazione su quello che stai pubblicando o in generale sulla tua linea editoriale, ma non funziona quando chiedi al lettore di pagare per leggere in digitale.

saldaPress: We Are Family

Sono pochi, pochissimi quelli che sono disposti a pagare per leggere fumetto in digitale (non solo ma anche a causa della grandissima offerta di materiale piratato). Sono invece molti di più quelli che, dopo la lettura in digitale, decidono di acquistare in cartaceo la storia che hanno letto. E questo flusso, purtroppo, la rete della fumetteria è poco attrezzata per intercettarlo, lasciandolo quasi tutto in mano ad Amazon e alle grandi librerie online. Oppure allo stesso editore, il cui e-shop è ormai parte integrante del mosaico economico che tiene in piedi la produzione di libri a fumetti. Se il fumetto in digitale, in Italia, non ha ancora sviluppato un modello economico che lo sostenga è anche perché le più grandi e più conosciute case editrici di fumetto del nostro paese non hanno ancora fatto un granché per diffondere in digitale le proprie biblioteche.

Ho sentito spesso dire che, per far decollare il mercato del digitale, ci vorrebbe una Netflix del fumetto. In generale e al netto della minor diffusione dei device dedicati alla lettura rispetto a quelli per guardare film o serie TV, sono d’accordo. Ma se dentro una piattaforma simile non ci sono, a far massa critica, i titoli e i personaggi che la maggior parte delle persone conosce e riconduce all’idea di fumetto, credo che non ci siano numeri per sostenere un progetto del genere. E se, in Italia, gli editori di riferimento di questi titoli e personaggi non fanno mistero del timore che hanno verso il digitale è facile capire che, per ora, le chance per il fumetto digitale sono abbastanza scarse.

Poi magari domani il prossimo Zerocalcare nascerà dal digitale e, oltre a trovare un modo economicamente sostenibile di rimanerci, riuscirà a far emergere una scena fumettistica fino a quel momento invisibile ai più ma molto seguita da un pubblico giovane e poco legato alla carta. A quel punto, nuovi investitori – e non necessariamente gli odierni editori – decideranno che ha senso investire sul fenomeno per poterne poi controllare la declinazione su altri media. E allora, magari, il fumetto digitale prenderà una strada diversa da quella che riusciamo a vedere oggi.

Stefano Caselli, Giuseppe Camuncoli, Carmine Di Giandomenico e Lorenzo De Felici sono grandi artisti del nostro Fumetto: qual è il loro ruolo all’interno del progetto e cos’hanno portato alla causa?

Tutti e quattro sono stati coinvolti all’interno del progetto “In Aeternum”, ovvero la realizzazione di quattro cover variant esclusive per i numeri conclusivi dell’edizione italiana di “The Walking Dead”. Per la prima di queste variant, poi, – quella realizzata da Stefano Caselli per il #67 – abbiamo deciso di regalarne l’intera tiratura alla fumetteria. Quindi Stefano e la sua variant – una strepitosa Michonne nella posa della statua di Benvenuto Cellini raffigurante Perseo che solleva la testa decapitata di Medusa – hanno avuto il ruolo di dare il calcio di inizio alla Fase 2 del progetto “We Are Family”. Ma anche gli altri tre autori delle cover di “In Aeternum” sono in un certo modo coinvolti nel progetto visto che i loro libri (“Quebrada”, “Oudeis” e “Oblivion Song”) erano tra quelli offerti gratuitamente in digitale nella Fase 1 di “We Are Family”.

La pandemia ha bloccato il mondo intero e quello dell’editoria in particolare. SaldaPress ha avviato un processo di riflessione e di cambiamento? Pensi che tutto il mondo del Fumetto ne abbia bisogno?

Sì, credo che sia di vitale importanza. Da una parte, come dicevo, va impostato un nuovo progetto comune tra editori, distributori e rete di vendita che tenga conto del rapporto molto stretto che riguarda tutti gli attori che operano nel mercato del fumetto. Siamo tutti di vitale importanza ed è ora di smettere di pensare che la logica del “mors tua, vita mea” ci porterà da qualche parte. Ma credo anche che serva ripensare la proposta editoriale rivolta alla fumetterie e, più in generale, alla libreria. Compattare la propria offerta per poterla promuovere e vendere meglio.

Noi di saldaPress lo abbiamo fatto subito dopo lo stop dovuto al lockdown, cioè quando è stato chiaro a tutti che, per ripartire, c’era bisogno di alleggerire la proposta concentrandola sui titoli con maggior possibilità di vendita. Forse in futuro avrà senso destinare certi titoli solo ad alcuni specifici canali di vendita, proprio per razionalizzare le uscite ed evitare di proporre alle librerie titoli che, seppur interessanti o necessari per l’editore, risultano poco vendibili per loro. Negli anni, noi – come immagino altri editori – ci siamo trovati di fronte a titoli che in fiera o sul nostro e-shop (quindi con la nostra promozione diretta sul lettore) vendevano molto bene ma che, una volta proposti alla libreria, anche con tutti i meccanismi promozionali del caso (tipo il più volte invocato reso), faticavano a essere venduti.

I motivi possono essere molteplici ma, di fondo, credo che ci sia l’affollamento dello scaffale. E, per quello che riguarda le fumetterie, la loro poca diffusione sul territorio nazionale, insieme alla ridotta visibilità nell’ambito locale in cui spesso operano. Sono tutti problemi che, in un modo o nell’altro, è arrivato il momento di affrontare perché bloccano qualunque tipo di crescita, soprattutto dei marchi editoriali medio-piccoli che sono invece la linfa dell’intero sistema e il serbatoio da cui spesso scaturiscono le nuove idee.

Ma, ripeto, al centro di tutte le nostre considerazioni da qui ai prossimi mesi ci deve essere la rete delle fumetterie che, così com’è fatta, non è più in grado di sostenere alcuna crescita editoriale. È fragile, e lo era già prima del Covid. Ed è inutile chiederle di più: non ce la fa. In questo momento va sostenuta da editori e distributori, ognuno secondo le proprie possibilità. E responsabilità, perché se detieni la fetta maggiore di un mercato, secondo me ti devi preoccupare più di altri della sua salute.

 

saldaPress: We Are Family