Dopo aver intervistato gli autori de I Gallagher e Alex Regaldo per quanto riguarda il progetto multimediale Helikon, questa settimana Wilder Wednesday si occupa del ritorno di una serie molto apprezzata dell’etichetta indipendente di webcomic gratuiti fondata da Jacopo Paliaga e French Carlomagno.

Stiamo parlando di Kersos, titolo ideato da Michele Monteleone (Orfani – Sam) e Simone Pace, che è tornato ieri con il primo capitolo della seconda stagione, intitolata La fine degli dei.

 

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“Kersos” torna con la sua seconda parte: cos’è cambiato rispetto all’annata precedente e cosa, invece, è rimasto tale e quale?

Kersos: La fine degli dei, copertina di Simone Pace

Monteleone – Ho scritto la trama di “Kersos” almeno cinque anni fa, poi ho messo il progetto nel cassetto, fino a quando non ho conosciuto Simone. Abbiamo iniziato con quella che doveva essere una storia autoconclusiva che nulla aveva a che fare con la vicenda che avevo ideato anni prima, ma poi mi sono lasciato prendere la mano. Abbiamo proseguito il nostro avvicinamento all’idea iniziale una storia alla volta, e ora, quella che proponiamo con questa seconda stagione è la trama originale: quattro lunghi episodi strettamente legati dalla narrazione orizzontale, fino al gran finale.

Pace – Sicuramente la storia è diventata più matura e consapevole, sia graficamente che a livello di scrittura. Un po’ perché la prima stagione era più introduttiva e il personaggio di Kersos andava presentato per bene, un po’ perché nella seconda abbiamo imparato a conoscerci meglio come team creativo e a capire come dare il massimo. Dall’uscita del primo “Kersos”, ad esempio, io e Michele abbiamo avuto più occasioni di collaborare e confrontarci.

Nella seconda stagione ci sarà anche più coerenza grafica. Ho iniziato davvero ad affezionarmi a Kersos e a sentirlo in parte mio, e mi sono proposto di curare completamente il character design dei personaggi e dei mostri che animeranno gli episodi. In questo modo pensiamo di aver dato ulteriore omogeneità visiva al mondo che raccontiamo.

Il sottotitolo di questa seconda metà del progetto è “La fine degli dei”. Parole che non fanno presagire niente di buono: dobbiamo aspettarci una carneficina condita con botte da orbi, oppure ci andrete con i guanti di velluto?

Pace – Niente guanti di velluto, Kersos possiede una furia selvaggia che va espressa. Penso ormai di conoscerlo e di poter dire che cova un rancore antico elegantemente nascosto, ma sempre presente, motivo per cui tende a non risparmiare la ferocia sugli avversari. I segni della lotta rimangono impressi anche su di lui, una delle caratteristiche studiate da Michele era quella di lasciare che si vedesse il passaggio del tempo e il susseguirsi dei vari combattimenti. Quando non riporta una cicatrice, il Nostro conserva infatti un cimelio, un ricordo della bestia che ha abbattuto.

Monteleone – Kersos è un sacco incazzato e in questa stagione scopriremo PERCHÉ. Spoiler: ha a che fare con gli dei.

Il parco artisti di “Kersos” è sempre più numeroso e variegato: ci presentate, in poche parole, il team di disegnatori che si affiancherà a Simone in questi ultimi capitoli?

Pace – La selezione di questa stagione è magnifica! Mi sono molto emozionato nel vedere come i disegnatori hanno reinterpretato i miei design, devo dire che non sono solo soddisfatto, ma anche sorpreso. Come nella prima stagione l’idea era quella di far esprimere al massimo le matite arruolate e di non badare troppo a un’unica coerenza di stile.

Andiamo dall’eleganza più classica di Alessandra Melarosa all’occhio indie underground di Roberto D’Agnano, fino all’euromanga di Elle Gi. Parliamo di colleghi bravissimi che vanno tenuti d’occhio. Sono onorato di averci collaborato, prima di vederli affermare completamente.

Dal soggetto alla pubblicazione online: come funziona il lavoro all’interno di un team così numeroso?

Pace – Abbiamo organizzato delle chat con i vari team creativi. Una volta ricevute le sceneggiature, i disegnatori postano via via i layout e i definitivi, e noi li ammiriamo azzardando ogni tanto delle correzioni, ma non succede spesso. A differenza del rapporto tra editor e autori, qui non c’è nessuna gerarchia, il tutto è molto informale. Il lato positivo è che si procede con una certa scioltezza, quello negativo è che a volte la comunicazione social rischia di diventare caotica, ma anche in questo caso il meccanismo si è affinato con la seconda stagione.

Monteleone – Siamo molto chiassosi, ma alla fine riusciamo sempre a chiudere i capitoli. Spero che il miracolo continui a ripetersi fino alla fine della stagione.

Questa è davvero l’ultima storia di “Kersos”?

Pace – Come di recente ha scritto un grande sceneggiatore, i personaggi dei fumetti non muoiono mai. Con il Fumetto si creano mondi meravigliosi e inossidabili, stupefacenti ed eterni. La loro sopravvivenza, soprattutto nel caso di una fruizione online, dipende quasi totalmente dalla mente e dalla volontà dei creatori.

Per quanto mi riguarda, ho ancora molta voglia di prestare la mano alla creazione delle forme del mondo di “Kersos”, sia come fumettista che come character designer.

Se la domanda riguarda invece la storia che si sta raccontando dallo scorso anno, la risposta è sì: tra poco ne leggerete la fine, ma sono sicuro che ne vorrete ancora.

Monteleone – Tutte le cose belle hanno una fine, ma come ricordava Simone, le storie non muoiono mai.

 

Kersos: La fine degli dei, le meduse