Da Lamù a La saga delle sirene, da Ranma 1/2 a Inu Yasha, da Rinne fino all’attuale Mao, Rumiko Takahashi sembra avere una predilezione per il sovrannaturale, al quale si è avvicinata mescolando la tradizione giapponese con la modernità, un approccio molto personale che è ormai una sua cifra stilistica. Anche se per chi scrive i suoi lavori migliori sono quelli che tratteggiano una relazione sentimentale in uno scenario realistico (Maison Ikkoku e One Pound Gospel), la deriva fantasy della sua carriera è innegabile, al punto da rimanere forse intrappolata in un genere dal quale non può più staccarsi, prigioniera del successo del grande pubblico, al punto da non voler (o poter) più rischiare strade nuove. A cena con la strega sembra però lasciar trapelare un’anima differente, forse il tipo di storie che vorrebbe scrivere se fosse libera da vincoli editoriali e commerciali. Il paranormale è relegato al primo episodio, che dà il titolo al volume, e all’ultimo, forse non ...