Dalla pagina iniziale che ci si spalanca davanti, aprendo Caravaggio vol. 1: La tavolozza e la spada, si capisce subito di trovarsi di fronte a qualcosa di insolito, di egregiamente insolito. Due vignette la compongono, una splendida veduta del Ponte Salario, tratta da una stampa di Giambattista Piranesi e un carro con buoi che potrebbe fare da manifesto alla pittura rurale degli ultimi quattro secoli. Introducono il soggiorno di Michelangelo Merisi a Roma, la prima delle due parti in cui è divisa la graphic novel con cui Milo Manara ha voluto rendere omaggio a uno dei suoi miti verso il quale ha sempre nutrito una viscerale passione, tanto da scrivergli un’affettuosa lettera aperta, raccolta nel cartonato.

È il 1952. Caravaggio, entrando nei confini capitolini, incontra due sue future modelle, le prostitute Fillide Melandroni, e Anna Bianchini detta “Annuccia”, quasi la coprotagonista del fumetto a cui il suo autore dedica il volume. Il pittore si distingue subito per il suo ca...