Dampyr 206, disegni di Daniele Statella, chine di Patrick PiazzalungaDopo Bloodywood, a distanza di due numeri, Giorgio Giusfredi torna su Dampyr per la sua seconda tacca sul mensile, contrassegnata da una copertina di Enea Riboldi, insolitamente anomala per lo sfondo bianco, ma di sicuro effetto. L’amore di Giusfredi per il cinema influenza anche questa nuova storia del Figlio del Diavolo, omaggiando Quadrophenia, film cult del 1979.

Come nella pellicola diretta da Franc Roddam, ispirata dall’omonimo album capolavoro degli Who uscito nel 1973, i contrasti della gioventù inglese degli anni ’60, divisa fra Mods (vestiti eleganti, cultori di jazz e rock britannico proprio come quello degli Who o dei Beatles, rigorosamente in sella a scooter italiani) e Rockers (seguaci dei biker americani e del rock, con giubbotti di pelle e look da duri della strada) sono al centro della vicenda.

Veniamo a sapere di un soggiorno di Harlan, lontano nel tempo e nello spazio, al di là della Manica, a Londra e poi a Brighton, teatro di un duro scontro tra le due ...