Esistono dei punti cardine del personaggio di Dylan Dog che sono rimasti immutati nel corso del tempo: il suo animo profondamente adolescente vittima di forti passioni amorose veicolato dall’istinto (anzi, dal quinto senso e mezzo) nelle situazioni critiche, cosa che lo porta spesso a passare dalla padella alla brace, e la sua profonda razionalità, che prima di rendere legittima qualsiasi possibilità che esuli dal reale lo porta a esaminare ogni altra alternativa possibile. Questi due punti di forza, in profondo conflitto tra loro, sono il motore narrativo della serie che appassiona lettori più o meno giovani da oltre tre decenni.
Con il numero 383 della testata, Profondo nero, l’Indagatore dell’Incubo incontra il maestro dell’horror Dario Argento, un cineasta entrato nell’immaginario collettivo, in particolare grazie a diverse opere firmate tra gli anni Settanta e Ottanta, capolavori come Profondo rosso (citato nel titolo dell’albo) e Suspiria
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