Fotonotizia Rogue One: A Star Wars Story

Andrea Bedeschi

7 Dicembre 2016 18:19 · aggiornato il 7 Dicembre 2016 alle 18:19

1. Un nuovo modo di concepire Star Wars? Partiamo dai dati essenziali con le coordinate base del film. Rogue One: A Star Wars Story è ambientato, nella cronistoria della galassia lontana lontana, poco prima degli eventi di Episodio IV, Una Nuova Speranza, vale a dire il Guerre Stellari originale del 1977. Tutti ricorderanno l’incipit della trilogia classica:

Navi spaziali Ribelli, colpendo da una base segreta, hanno ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio Impero Galattico. Durante la battaglia, spie Ribelli sono riuscite a rubare i piani segreti dell’arma decisiva dell’Impero, la MORTE NERA, una stazione spaziale corazzata di tale potenza da poter distruggere un intero pianeta.
Ebbene, Rogue One non sarà altro che la storia dettagliata di ciò che finora avevamo potuto leggere solo nei titoli di apertura di Episodio IV, vale a dire il furto dei piani della Morte Nera originale da parte dell’Alleanza Ribelle. Una cornice temporale destinata a fare la gioia di tutti i fan della trilogia classica, dato che significa tornare a respirare le atmosfere, i temi e lo stile tipici di quella che resta la trilogia più amata dalla maggior parte dei fan, quella appunto della lotta tra Impero e Ribellione. I teaser e i trailer che abbiamo intravisto in questi mesi sono stati da questo punto di vista una festa per gli occhi: sono tornati a sfilare sul grande schermo i caccia TIE, gli Star Destroyer, gli assaltatori, i caccia ala-X, i droidi e gli scenari “sporchi e consumati” che non vedevamo più al cinema dal 1983, e l’effetto nostalgia è sicuramente potente.
Eppure, paradossalmente, in questo “ritorno al passato” è racchiusa la chiava del futuro starwarsiano. Perché, come accennato in esordio, questo è il primo film di Star Wars che “spezza” la formula usata fino ad ora, vale a dire l’integrazione in una saga portante a capitoli e il tratteggio a grandi linee delle vicende galattiche - solitamente legate a doppio filo a quelle della famiglia Skywalker - per concentrarsi su una “fetta” inesplorata della storia galattica e su protagonisti originali. Una scelta che non solo esplora nuovi orizzonti dal punto di vista narrativo, ma che ambisce anche a farlo dal punto di vista cinematografico, offrendo la possibilità a registi, attori e sceneggiatori di usare i “props” messi a disposizione dall’universo starwarsiano per muoversi in maniera più libera e più innovativa senza dover rispettare i molti capisaldi che fanno la fortuna dei capitoli classici della saga, ma che impongono anche alcuni limiti di stile e di narrazione che alcuni vorrebbero vedere superati. Siamo dunque di fronte a un nuovo modo di concepire Star Wars? Sospendiamo un attimo il giudizio: su questo torneremo in seguito.
2. Un film senza sorprese? Tra le perplessità e le critiche che i meno entusiasti muovono al progetto c’è l’osservazione (un po’ superficiale, in verità) secondo cui è una storia di cui già conosciamo il finale: i Ribelli riusciranno a rubare i piani della superarma Imperiale e a consegnarli alla Principessa Leia (che però probabilmente, salvo un colpo di scena di realizzazione magistralmente tenuto segreto, non vedremo nel film), cosa che darà il via agli eventi che tutti conosciamo. Si può facilmente obiettare che era lo stesso dilemma che affliggeva i prequel, e che ora, come allora, il nocciolo della questione stava non tanto nel cosa sarebbe accaduto, ma nel come. Anzi, ci permettiamo di sperare che Rogue One si giochi le sue carte da questo punto di vista meglio di come abbiano fatto i prequel, tanto più che gode di un enorme vantaggio rispetto agli episodi I, II e III, vale a dire l’uso di personaggi e situazioni completamente originali. Se Rogue One farà bene il suo dovere - e da questo punto di vista tutto ciò che è trapelato del film suscita ottime speranze - la suspense che terrà inchiodati gli spettatori non sarà tanto il destino dei piani della Morte Nera, bensì il destino di Jyn Erso, Cassian Andor e tutti gli altri membri del gruppo di infiltrati chiamati a compiere la missione. Da questo punto di vista è lecito credere che non tutti gli eroi arriveranno sani e salvi al lieto fine (“non è un film di Star Wars, è un film di guerra ambientato nell’universo di Star Wars”, è stata una delle prime dichiarazioni del regista Gareth Edwards. Un altro fattore da tenere bene a mente nell’approccio giusto al film.
3. Volti vecchi e nuovi Il ritorno all’epoca della Guerra Civile Galattica e l’esplorazione dei primi anni di vita della Ribellione ci permette anche di riportare sul grande schermo personaggi che difficilmente avremmo sperato di rivedere. - Sul fronte dei buoni, giusto spazio viene concesso ai fondatori dell’Alleanza Ribelle, vale a dire Mon Mothma e Bail Organa, a cui tornano dare il volto gli attori a suo tempo arruolati nei prequel, Genevieve O’Reilly e Jimmy Smits.
- Sul fronte dell’Impero, sono bastate le poche immagini intraviste di Darth Vader nella sala comando della Morte Nera originale a mandare in deliquio i fan, ma le rivelazioni delle ultimissime ore ci lasciano credere che potremmo rivedere anche il Gran Moff Tarkin di Peter Cushing, ricreato al computer: un’operazione probabilmente destinata a far discutere dal punto di vista tecnologico e cinematografico, ma che narrativamente trova un suo giustificatissimo perché, considerato che sarebbe impensabile scoprire le origini della Morte Nera senza che nella storia fosse coinvolto il padre concettuale e massimo sostenitore del progetto.
- Eloquente da questo punto di vista è stato lo screenshot di Pablo Hidalgo (un membro del team narrativo ufficiale di Star Wars), che ha riproposto proprio la scena della mitica conferenza dell’alto comando Imperiale a bordo della Morte Nera del film del 1977 (“Gli ultimi avanzi della Vecchia Repubblica sono stati spazzati via!”) con la raccomandazione di “tenerlo bene a mente nelle settimane a venire. Probabile allusione a Tarkin, ma forse anche la promessa di una battaglia stellare come in Star Wars non ne vedevamo da troppo tempo “ In quella scena discutevano all’epoca i due gerarchi dell’Impero Motti e Tagge: “L’Alleanza Ribelle è ben equipaggiata. È più pericolosa di quanto crediate.” “Lo sarà per la tua flotta stellare, comandante, non per quest’arma di distruzione.”
Coadiuvati dalle fugaci immagini di una battaglia spaziale avvincente intravista nei trailer, c’è speranza che Rogue One riporti in Star Wars... le guerre stellari!
Ma i collegamenti non finiscono qui: una delle novità di maggiore spicco della gestione di Star Wars sotto l’egida Disney sta nella fondazione del “canone ufficiale”, vale a dire della completa aderenza e dello stesso grado di validità a livello narrativo di tutti i prodotti legati alla saga di Star Wars. Rogue One sonda un periodo storico troppo ghiotto di occasioni per non proporre qualche collegamento anche alle produzioni ancillari della saga, e così ecco che uno dei co-protagonisti del film, Saw Gerrera, proviene direttamente dalla serie di animazione The Clone Wars, interpretando un malridotto ma tenace guerriero veterano delle Guerre dei Cloni nella versione in carne ed ossa di un personaggio che finora era vissuto solo in versione “animata”. C’è chi si chiede se non siano previsti anche collegamenti con un’altra produzione vicinissima a livello temporale agli eventi di Rogue One, vale a dire la serie d’animazione Star Wars Rebels, ma al di là di qualche cameo o citazione dedicata agli “addetti ai lavori” o ai fan all’ultimo stadio, le probabilità sono poche. Non ci stupiremmo invece se, a pellicola uscita, fosse la serie animata a rifarsi agli eventi del film collegando uno o più episodi futuri ai personaggi e agli eventi di Rogue One: gli sceneggiatori della serie d’animazione si sono già distinti in una miriade di collegamenti di questo tipo, e probabilmente nell’immediato futuro l’occasione sarà troppo ghiotta per lasciarsela scappare.
4. I Jedi e la Forza Altro punto apparentemente dolente: c’è chi identifica Star Wars soprattutto con i Jedi, la Forza e le spade laser, e si chiede come possa funzionare un film di Star Wars dove tutti questi elementi siano necessariamente esclusi. Ora, è vero che di Jedi veri e propri in Rogue One non ne vedremo, ma questo non significa che la Forza e le tematiche ad essa correlate siano assenti. Anzi, tutt’altro. Nella fattispecie:
- Parte dell’azione del film sarà incentrata su Jedha, una luna dal significato storico e religioso estremamente importante per l’ordine dei Jedi. L’ordine in questione è stato decimato dall’Impero, ma la sua influenza permea ancora ogni angolo di Jedha, dalle grandi strutture architettoniche e dalle statue gigantesche che ormai giacciono in rovina, al ricordo della popolazione e dei pellegrini, che visitavano e continuano a visitare il luogo sacro in questione. Una scelta ingegnosa e affascinante, che trasforma l’assenza dei Jedi e il vuoto da essi lasciato in un elemento e un fattore narrativo che ha un suo peso nell’economia della trama.
- Nel nuovo canone starwarsiano hanno assunto maggiore importanza i cristallii kyber, gemme rare e preziose in grande sintonia con la Forza, ma anche dal grande valore pragmatico e bellico come potenti fonti di energia: i Jedi usano i cristalli per costruire le loro spade laser, ma l’Impero ha in mente usi ben più massicci e sinistri. Saranno proprio i cristalli kyber a consentire la realizzazione del superlaser della Morte Nera, il progetto attorno al quale ruotano le vicende del film. In uno dei trailer intravediamo perfino uno dei minuscoli cristalli in questione venire donato come ciondolo alla piccola Jyn Erso, la protagonista della storia. Puro elemento simbolico, allusione a un suo potenziale futuro nelle vie della Forza, o altro ancora? Poco importa, quello che conta è che grazie a questa scelta di ambientazione e narrativa, Jedi e Forza, pur se assenti fisicamente, sono una presenza palpabile e latente in tutta la storia, quasi a riprova che distruggere la Forza non è così facile come si crederebbe. E a questo proposito...
5. La Morte Nera Inutile dirlo, la vera protagonista del film sarà lei: la stazione da battaglia più famosa della storia del cinema. Per la sua costruzione, il direttore Orson Krennic (il cattivo principale del film) sarà disposto a fare di tutto, la sua “messa in funzione” seminerà in qualche modo il panico tra i ranghi della Ribellione e li indurrà a reagire e la sua presenza incombe nelle immagini, nelle sequenze e nei poster più suggestivi legati al film.
Aleggia un dubbio (anche in questo caso fonte di problematiche soltanto a un livello superficiale) sulla funzionalità della Morte Nera. La vedremo già operativa, in grado di fare fuoco con il suo superlaser? La risposta, sommando tutti gli indizi piuttosto eloquenti al riguardo, è quasi sicuramente un sì. Ci sarà un “collaudo” di qualche tipo che renderà la Morte Nera operativa e che getterà la Ribellione nel panico. A farne le spese sarà probabilmente la luna di Jedha sopra menzionata, cosa che crea qualche perplessità agli spettatori di vecchia data che vedrebbero una sorta di incongruenza con l’esordio “ufficiale” della Morte Nera con il colpo che distruggerà Alderaan.
In realtà i rischi di contraddizione sono minimali e l’assalto della Morte Nera in Rogue One può esplicitarsi in molti modi: ai danni di una semplice luna anziché a un pianeta, con una devastazione parziale della superficie anziché la distruzione completa o forse, più semplicemente, come “test segreto” di collaudo rispetto allo “sfoggio pubblico” e alla dimostrazione di potenza esercitata contro Alderaan. Anzi, la semplice logica vorrebbe che, essendo la distruzione di Alderaan una dimostrazione intimidatoria di potenza, un collaudo precedente di qualche tipo dovesse essere necessariamente stato già effettuato. Il rischio di un superlaser che fa cilecca “nel momento del trionfo” sarebbe stato alquanto imbarazzante!
6. Una Ribellione basata sulla speranza Molti sarebbero ancora i riferimenti più o meno celati individuabili nelle immagini e negli spezzoni di Rogue One (segnaliamo in un elenco tutt’altro che esaustivo i beach troopers e i death troopers, nuove varianti degli assaltatori Imperiali, gli AT-ACT, una variante ancora più massiccia dei temibili camminatori che abbiamo conosciuto su Hoth, il nuovo U-Wing Ribelle che amplia la tradizione dei caccia Ribelli ispirati alle lettere dell’alfabeto, o il TIE Striker, che riutilizza le tipiche linee dei caccia TIE in un’aggressiva configurazione triangolare), ma sono tutte chicche degne di essere scoperte e gustate sul grande schermo. Chiudiamo tornando al quesito iniziale, vale a dire se quello di Rogue One sia un nuovo modo di concepire Star Wars e segni un punto di svolta per il futuro della saga. La risposta è sì, o almeno lo è con tutte le speranze che un appassionato di questa grande avventura cinematografica può avere. Perché a ben pensarci l’operazione tentata da Rogue One è forse addirittura più ambiziosa di quella tentata con Episodio VII. Se Il Risveglio della Forza ambiva a rinverdire e a infondere nuova vita in quello che era il genere cinematografico di Star Wars, il compito di Rogue One è ancora più audace: raccontare una storia di un preciso filone narrativo (guerra) ambientata nell’universo di Star Wars significa trasformare Star Wars da un genere cinematografico in un contenitore di generi cinematografici. Il passo è grande e l’implicazione della portata di un suo successo sono considerevoli: significherebbe aprire le porte a film horror, thriller, “western”, d’avventura e di ogni altro genere narrativo concepibile che usino come scenario il vastissimo universo concepito da George Lucas, uno sviluppo che non solo farebbe la gioia di ogni appassionato della saga originale, ma che sarebbe fertile di potenzialità narrative, stilistiche e cinematografiche da capogiro. Ecco perché la disperata impresa del team di Ribelli a caccia dei piani della Morte Nera va ben oltre la riuscita della loro impresa. Nel suo piccolo, sarebbe una significativa rivoluzione nel cinema del fantastico e di intrattenimento dei decenni a venire. Quindi, in più di un senso, le speranze della galassia sono affidate al successo di Jyn, Cassian e compagni. E in più di un senso, quella di Rogue One è, come recita lo slogan del film, una Ribellione basata sulla speranza...