James Cameron in Titanic
- Brock Lovett Il primo, il più evidente e il più ovvio è il personaggio di Bill Paxton, l’esploratore degli abissi, quello che cerca un tesoro dentro il relitto del Titanic. Cameron nelle profondità del mare ci è andato più volte come lui, con quegli stessi mezzi, per esplorare il relitto. Ci ha girato documentari sul fondo dell’oceano e ha usato quelle scene per il film e per le ricostruzioni in computer grafica. Era guidato dalla stessa sete di scoprire, teneva le videocamere nella stessa maniera e aveva anche quasi lo stesso look. Soprattutto Lovett ha quella fame di trovare qualcosa dentro il Titanic, ha quella foga e quella forza che lo spingono e lo rendono instancabile, tipiche di è a capo di una grossa brigata che deve compiere un’impresa come girare un kolossal moderno, tra tecnologia e artigianato.
- Bruce Ismay
Il costruttore della nave, l’uomo che ha finanziato l’impresa e che ne tiene le redini. Soprattutto quello che è più ossessionato dalle manie di grandezza, dal fare sapere a tutti della sua nave, della sua grandezza e della sua potenza. Quello insomma che dice al capitano: “La stampa conosce già la grandezza del Titanic. Mostriamogli la velocità, diamo ai giornalisti qualcosa di nuovo di cui scrivere”. Che poi è l’atteggiamento di chi, come Cameron, riesce a creare intorno ai suoi film una campagna stampa immensa, un marketing spinto così agli estremi da poter garantire gli incassi fantascientifici che riesce ad ottenere.
- Rose Dawson
James Cameron è Rose, specialmente nella versione anziana, quella interpretata da Gloria Stuart. La donna che si riconosce in un dipinto ritrovato nel relitto e vuole andare a vederlo di persona, quella che quando le viene mostrata una versione amatoriale della ricostruzione in computer grafica di come sia effettivamente andato il naufragio del Titanic, risponde che la sua esperienza è un’altra. Quello è lo spirito di Cameron: sostituire alle già note ricostruzioni che mettono in fila dati e dettagli reali, qualcosa di più vero, un’altra esperienza cioè una storia. Quando Rose comincia a raccontare per far capire a quegli uomini cosa è stato quel naufragio molto più in là dei semplici fatti, quello è Cameron che fa la stessa operazione, supera le ricostruzioni in CG povere per farne una immensa tramite il racconto di una storia di esseri umani che renda l’idea di cosa sia stato il grande disastro attraverso le vite di chi è stato coinvolto (per finta o davvero).
- Cal Hockley
Infine Cameron non può non essere, come tutti i registi che si rispettino, il villain della situazione, interpretato qui da Billy Zane. Oltre ad essere il narratore della storia Cameron è anche la persona che crea le difficoltà della trama inventata all’interno di una storia reale. Lui è Cal Hockley perché è il principale avversario della storia tra Jack e Rose, quello che trama perché non riescano a stare insieme, che inventa situazioni, snodi e personaggi solo con l’intento di separarli, metterli in difficoltà e far sì che non si salvino, altrimenti verrebbe meno la tensione emotiva del film. Ma non solo, Cameron è Cal Hockley perché andando a fondo ce l’ha proprio con Jack, e alla fine gli negherà il posto sul pezzo di legno assieme a Rose (nonostante potessero starci entrambi) condannandolo a morire congelato.
- Jack Dawson
Ovviamente non poteva non essere a questo punto anche il protagonista, il “re del mondo”. La notte degli Oscar si metterà nella sua stessa posizione quando riceve la statuetta, ma è Jack anche prima, la persona venuta dal nulla che viene ammessa nel circolo delle élite in virtù delle sue abilità e della sua capacità di farsi strada, l’artista ma di strada, quello con la speranza negli occhi. Ancora di più è il personaggio che identifica se stesso nel guardare le persone e le cose. Non a caso c’è un momento nel film che è puramente cameroniano, quando cioè Rose dice a Jack: “You can see through people” e lui le risponde “I see you” con fare enfatico, intendendo in realtà una dichiarazione sentimentale. La stessa cosa che tornerà in Avatar, cioè l’uso di “I see you” come dichiarazione d’amore.