Sulla carta, l’idea era interessante. Prendere alcuni dei più famosi (e, in certi casi, bravi) attori del panorama italiano e metterli in una pellicola ad episodi, cercando di parlare di un tema che coniuga bene comicità e lacrime: l’amore.
Il fatto è che Giovanni Veronesi non è Max Ophuls, né Krzysztof Kieslowski. Per carità , non è certo una colpa non essere all’altezza di questi geni, ma l’impressione è che il regista/sceneggiatore rimanga in un limbo. Da una parte, alcuni momenti vorrebbero invitare sicuramente alla riflessione (con risultati più o meno felici); dall’altra, si scade nella bassa comicità da spettacolo televisivo, con forte propensione all’accento romanesco. E quando proprio non si sa cosa fare, ecco arrivare in soccorso la colonna sonora, che serve per suggerire allo spettatore i sentimenti da provare.

Per esempio, all’inizio si pensa che le storie siano ...