Quando, a distanza di più di dieci anni, di un film ti ricordi perfettamente l’orario e il luogo in cui l’hai visto, l’amico che era con te e la reazione che avete avuto dopo la proiezione, significa che si trattava di qualcosa di veramente importante. In effetti, la mia prima visione di Pulp Fiction può tranquillamente essere paragonata ad un’epifania, una folgorazione sulla via di Damasco o qualsiasi altra metafora religiosa vi venga in mente. Per una generazione cresciuta a b-movie ed Mtv, Pulp Fiction era la perfezione: uno stile classico ed elegante (che mostrava grande rispetto per gli autori del passato), ma con una trama, dei personaggi e dei dialoghi assolutamente anticonvenzionali.
Come non rimanere ammirati? Come non pensare che Quentin Tarantino fosse il più grande genio dell’universo e che avrebbe cambiato la storia del cinema? Purtroppo, la realtà si è rivelata ben diversa e Pulp Fiction è rimasto l&rs...