Rubrica a cura di ColinMckenzie

Dear Zachary. Normalmente, quando voglio parlare di piccoli film, che la maggior parte del pubblico non ha mai sentito nominare e che quasi sicuramente non verranno distribuiti in Italia (se non sulla televisione digitale), cerco di far capire meglio di cosa trattano, magari sviscerandone la trama anche più di quello che faccio solitamente. Per Dear Zachary: A Letter to a Son About His Father (questo il titolo completo) francamente non è proprio il caso. Trattasi, infatti, di pellicola che andrebbe vista con occhi quanto più possibili vergini, senza conoscere la storia. Perché? Beh, perché si tratta di un lavoro che punta chiaramente tutto sulle emozioni e non si vergogna assolutamente di farlo. Sarebbe semplice analizzare tante cose che funzionano e commuovono nell'ultima mezz'ora, tutto materiale perfetto per costruire un bell'articolo, ma sarebbe anche un crimine.

Il punto è che il pregio m...