Fonte: BadTaste.it

Capitolo 24

Il costruttore di bacchette

Harry resta paralizzato, attonito, di fronte al corpo di Dobby. Dopo un po', distoglie lo sguardo e si rende conto di essere arrivato in effetti nel posto giusto, perché vede avvicinarsi Bill e Fleur, Dean e Luna. Hermione e Ron sono salvi, e sono già in casa. Harry torna a guardare il corpo dell'elfo, e la cicatrice prende a fargli male; percepisce che Voldemort sta punendo severamente i mangiamorte a casa Malfoy.

Harry decide di onorare nel miglior modo possibile il sacrificio di Dobby: invece di usare la magia, prende una vanga e comincia a scavare la fossa a mano.

La cicatrice bruciava, ma Harry era padrone del suo dolore; lo sentiva, eppure ne era separato. Aveva finalmente imparato il controllo, aveva imparato a chiudere la sua mente a Voldemort: proprio ciò che Silente voleva che Harry apprendesse da Piton. Come Voldemort non era riuscito a possedere Harry quando Harry era invaso dal dolore per la morte di Sirius, così ora i suoi pensieri non riuscivano a penetrare quelli di Harry, che soffriva per Dobby. Sembrava che il lutto servisse a tener lontano Voldemort… anche se Silente, senza dubbio, avrebbe detto che si trattava di amore…

Harry continuava a scavare, sempre più a fondo, e d'improvviso seppe dov'era stato Voldemort quella notte, e chi aveva ucciso nella cella all'ultimo piano di Nurmengard, e perché… E pensò a Codaliscia, morto per un piccolo, inconscio impulso di pietà… Silente l'aveva previsto… Quante altre cose aveva saputo?

Il commiato da Dobby coinvolge tutti i ragazzi, e ciascuno – soprattutto Luna – dice qualche parola per ricordare l'elfo. Al termine del funerale, Harry chiede di restare solo, poggia una pietra sulla tomba a mo' di lapide, e vi incide le parole: "Qui giace Dobby, un elfo libero".

Harry rientra in casa. Bill sta dicendo agli altri che la famiglia Weasley è stata messa al sicuro a casa di zia Muriel, perché ora che i Mangiamorte sanno che Ron è con Harry, sicuramente si vorranno vendicare con la sua famiglia. A casa della zia è stato messo un Incanto Fidelius (il Custode è Arthur), e così qui a casa di Bill e Fleur, Shell Cottage (il Custode è Bill).

Harry è ancora convinto che sia stato Silente a mandare Dobby da loro nella cella: dopotutto è il suo occhio blu che Harry ha visto nel frammento di specchio; e Silente aveva detto che "chi chiede aiuto a Hogwarts lo riceverà sempre"…

Harry dice a Bill che ha bisogno di parlare con Unci-Unci e con Ollivander. Privatamente, e separatamente. Però deve decidere con chi dei due parlare prima… Horcrux o Reliquie? A cosa dare la priorità? Horcrux, decide infine Harry: quindi Unci-Unci.

Il goblin è – come tutta la sua razza – molto diffidente nei confronti dei maghi; ma mostra un profondo rispetto per Harry, che gli ha salvato la vita. Harry, Ron e Hermione gli dicono che hanno bisogno del suo aiuto per entrare in una camera blindata di Gringott: quella dei Lestrange. Unci-Unci risponde che la cosa è impossibile, perché la camera è protetta con incantesimi potentissimi. Inoltre non capisce quale sia la necessità di entrarvi, dal momento che la spada che c'è lì dentro è falsa, e quella vera è già in loro possesso. Harry ribatte che c'è qualcos'altro in quella camera, qualcosa di altrettanto prezioso. Unci-Unci risponde che… ci penserà.

Harry confida agli altri due che l'Horcrux (uno degli Horcrux rimasti, cioè quello di Tassorosso o quello di Corvonero) si trova sicuramente nella camera blindata, ma che probabilmente Voldemort non ha mai detto a Bellatrix che si tratta di un Horcrux, così come non aveva detto a Lucius che il diario era un Horcrux.

I tre vanno poi a parlare con Olivander, che è ridotto piuttosto male dopo un anno di prigionia e ripetute torture da parte di Voldemort. Olivander purtroppo non è in grado di riparare la bacchetta di Harry. Ma sa dirgli a chi appartengono le due bacchette che Harry si è ritrovato in tasca dopo la battaglia a casa Malfoy: sono quelle di Bellatrix e Draco. E poiché Harry ha strappato a Draco la sua bacchetta con la forza, ora ne è il legittimo proprietario. Era vero, quindi, ciò che diceva Xenophilius Lovegood a proposito della Bacchetta Maggiore; però non è necessario uccidere il precedente proprietario della bacchetta per impadronirsene! Basta averlo sconfitto. Così, ora la bacchetta che era di Draco è di Harry, e quella di Codaliscia è di Ron.

Una sola bacchetta, ovvero la Maggiore, si trasmette in eredità attraverso l'omicidio. E Ollivander confessa di aver rivelato questa informazione a Voldemort sotto tortura. Gli ha rivelato anche che la Bacchetta Maggiore era nelle mani di Gregorovitch. Harry ribatte che ora, grazie al Priori Incantatem sulla bacchetta di Hermione (rimasta a casa Malfoy), Voldemort saprà sicuramente che la bacchetta di Harry è rotta, e che Hermione non è riuscita a ripararla con la sua.

Ma Olivander risponde che a Voldemort la Bacchetta Maggiore non serve solo per sconfiggere Harry: "E' deciso a impadronirsene, perché crede che lo renderà davvero invulnerabile". Harry gli chiede cosa sa delle Reliquie Mortali: Olivander risponde di non averle mai sentite nominare, e sembra sincero.

Quindi: Gregorovitch aveva la Bacchetta Maggiore, e Grindelwald gliel'ha rubata (il ragazzo biondo della foto). Grindelwald usò la bacchetta per diventare potente. E al culmine del suo potere, Silente lo sfidò in duello, lo sconfisse, e prese la Bacchetta Maggiore.

Quindi, la Bacchetta Maggiore non è altro che… La bacchetta di Silente. E ora si trova…

Ed eccola, vicino al lago, riflessa nelle acque scure. La bianca tomba di marmo, una macchia superflua sul panorama a lui così familiare. Sentì ancora quel fremito di euforia controllata, quell'inebriante sensazione di avere uno scopo distruttivo. Sollevò la vecchia bacchetta di legno di tasso: era significativo che questo dovesse essere il suo ultimo, grande incantesimo.

La tomba si aprì in due dalla testa ai piedi. La figura avvolta nel sudario era lunga e magra com'era stata in vita. Voldemort sollevò ancora la bacchetta.

Il sudario si aprì. Il volto era traslucido, pallido, scavato, eppure quasi perfettamente integro. Avevano lasciato gli occhiali sul naso aquilino: Voldemort lo trovò divertente e patetico. Le mani di Silente erano incrociate sul petto, ed eccola lì, stretta nelle mani, sepolta con lui.

Il vecchio pazzo pensava che il marmo o la morte avrebbero potuto proteggere la bacchetta? Aveva pensato che il Signore Oscuro avrebbe avuto paura di violare la sua tomba? La mano, simile a quella di un ragno, afferrò con un movimento rapido la bacchetta, strappandola dalla presa di Silente, e mentre l'agguantava, una pioggia di scintille scaturì dalla sua punta e si sparse sul corpo del suo ultimo possessore, finalmente pronta a servire un nuovo padrone.

Capitolo 25

Shell Cottage

Ron non capisce perché, se Harry sa che in quel momento Voldemort si trova a Hogwarts, abbia scelto di non andarci. La risposta di Harry è stata che "Silente non voleva che io avessi la bacchetta. Non voleva che io la prendessi. Voleva che io cercassi gli Horcrux." Hermione è d'accordo con lui: pensa che la Bacchetta sia un oggetto malefico, e che il modo in cui Voldemort ne è venuto in possesso sia repellente.

Ron ha ancora qualche dubbio che Silente sia morto davvero. La cerva d'argento nel bosco, la spada, l'occhio azzurro nel frammento di specchio… E come faceva Dobby a sapere che loro erano chiusi nei sotterranei di casa Malfoy? Che Silente sia tornato indietro come fantasma? Ma Harry è sicuro di no: Silente ha certamente scelto di "andare avanti". E poi, il suo patronus era una fenice, no?

Unci-Unci ha preso una decisione: aiuterà Harry a entrare nella camera blindata di Gringott, ma in cambio vuole la spada di Grifondoro. I goblin infatti ritengono che ogni oggetto creato da un goblin sia di proprietà della loro razza, e che i maghi, anche se pagano per comprare questi oggetti, di fatto li hanno solo "in prestito": e alla loro morte l'oggetto dovrebbe essere restituito ai goblin.

Inoltre, c'è la questione della secolare battaglia tra umani e goblin: i maghi hanno sempre trattato molto male i goblin, impedendo loro di possedere bacchette. Ron però fa notare a Unci-Unci che neanche i goblin hanno mai voluto rivelare agli umani i segreti delle magie che riescono a fare senza bacchetta… Hermione ricorda a Ron che non è questo il momento giusto per far arrabbiare Unci-Unci.

I ragazzi sanno bene che la spada serve loro tanto quanto gli Horcrux, perché serve per distruggerli. Decidono allora di ingannare Unci-Unci, dicendogli che gli daranno la spada, ma senza dirgli quando. Gliela daranno quando tutti gli Horcrux saranno distrutti.

Per giorni e settimane, Unci-Unci e i tre ragazzi lavorano per organizzare il piano. La Pozione Polisucco è quasi finita, ne rimane abbastanza per una sola persona. Olivander sta meglio, e si trasferisce da zia Muriel. Fleur lo prega di consegnare alla zia il suo diadema, preso in prestito per il matrimonio. Lo sguardo di Unci-Unci la dice tutta: è infuriato, e pensa che quel diadema dovrebbe tornare di proprietà dei goblin.

"Anche papà ha costruito una tiara" dice Luna. "Sta cercando di ricostruire il diadema perduto di Corvonero." Harry e Ron lo sanno bene, perché hanno visto l'oggetto in questione a casa sua.

Arriva Lupin, trafelato. E' appena nato suo figlio! Si chiama Ted, come il padre di Tonks, ed è un metamorfomagus: è nato da poche ore e ha già cambiato colore di capelli varie volte… Lupin chiede a Harry di fare da padrino a suo figlio: Harry accetta con gioia.

Bill sospetta che Harry abbia stretto un patto con Unci-Unci, e lo mette in guardia: "Soprattutto se il vostro accordo riguarda qualche oggetto prezioso, devi stare molto attento. Le idee dei goblin sulla proprietà privata e il pagamento non sono le stesse degli umani. Per un goblin, il legittimo proprietario e il vero padrone di un oggetto è chi l'ha costruito, non chi l'ha comprato. Tutti gli oggetti creati dai goblin sono, secondo i goblin, di loro proprietà."

Harry aveva una brutta sensazione; si domandò se Bill non avesse indovinato più di quanto lasciava intendere.

"Dico soltanto" proseguì Bill, afferrando la maniglia della porta che si apriva sul salotto, "che devi stare molto attento a cosa prometti a un goblin, Harry. Tentare di intrufolarti a Gringott sarebbe meno pericoloso che tradire una promessa fatta a un goblin."

"D'accordo" disse Harry, mentre Bill apriva la porta. "Va bene. Grazie, lo terrò a mente."

Mentre seguiva Bill in salotto, dagli altri, gli venne in mente uno strano pensiero, senza dubbio provocato dal vino che aveva bevuto. Sembrava ben avviato sulla strada per diventare un padrino altrettanto scapestrato per Teddy Lupin di quanto Sirius Black era stato per lui.

 

Capitolo 26

La Gringott

Il piano consiste nel far bere a Hermione la Polisucco facendola trasformare in Bellatrix (un capello di lei è rimasto impigliato nel suo maglione). Poiché i ragazzi dispongono anche della vera bacchetta di Bellatrix, la trasformazione sarà completa. Ma Hermione si trova a disagio con la bacchetta, perché non l'ha conquistata con la forza, strappandola personalmente a Bellatrix.

La mattina dopo, prestissimo, i tre si avviano verso Diagon Alley. Hermione ha le fattezze di Bellatrix; Ron è stato reso irriconoscibile da una serie di incantesimi; Harry e Unci-Unci invece si nascondono sotto il mantello dell'invisibilità, il goblin aggrappato sulle spalle di Harry.

Il Paiolo magico era quasi deserto. Tom, il barista gobbo e sdentato, lucidava bicchieri dietro il bancone; un paio di stregoni che confabulavano tra loro nell'angolo lanciarono un'occhiata a Hermione e si ritrassero nell'ombra.
"Signora Lestrange" mormorò Tom, e al passaggio di Hermione chinò la testa in atteggiamento servile.
"Buongiorno" disse Hermione, e Harry, mentre passava con Unci-Unci sulle spalle sotto il Mantello, vide un'espressione sorpresa sul volto di Tom.
"Troppo beneducata" sussurrò Harry in un orecchio di Hermione mentre uscivano nel piccolo cortile del pub. "Devi trattare la gente come fosse spazzatura!"
"Va bene, va bene!"

Diagon Alley è molto diversa da com'era qualche anno fa. Molti negozi hanno chiuso i battenti, e altri sono sorti al loro posto, specializzati nelle Arti Oscure. A ogni angolo ci sono mendicanti coperti di stracci. Uno di loro si avventa contro quella che crede essere Bellatrix e le urla: "Dove sono i miei figli? Cosa ne ha fatto? Tu lo sai, tu lo sai!". Hermione deve Schiantarlo, e non è questo il modo migliore per passare inosservati a Diagon Alley…

Si avvicina Travers, un mangiamorte (è uno dei due chiamati a casa di Xenophilius). "Confesso che mi stupisce vederti in giro, Bellatrix. Ho sentito dire che gli abitanti di casa Malfoy sono confinati in casa, dopo… l'evasione." Hermione risponde imitando alla perfezione Bellatrix: "Il Signore Oscuro perdona coloro che l'hanno servito fedelmente in passato". Ron viene spacciato per un simpatizzante dei Mangiamorte, in visita dalla Transilvania. Travers sembra crederci.

Dalle parole di Travers, i ragazzi scoprono che quei mendicanti sono in realtà figli di babbani, a cui il Ministero ha requisito la bacchetta.

Arrivati davanti a Gringott, i ragazzi (e Travers, che è ancora con loro) vedono che al posto dei due goblin ci sono di guardia due maghi, dotati di strumentazioni che rivelano inganni, travestimenti e oggetti magici nascosti. Per riuscire a passare, Harry deve colpire i due maghi con il Confundus di nascosto, da sotto il mantello.

Nell'atrio, Hermione/Bellatrix annuncia al goblin dietro il bancone che vuole entrare nella sua camera blindata. Il goblin però le chiede un documento di identificazione; anche la bacchetta andrà bene. Hermione esita, e Harry capisce perché: evidentemente, i goblin della Gringott sono stati informati che qualcuno potrebbe spacciarsi per Bellatrix, e che la vera Bellatrix non ha più la sua bacchetta. Harry è quindi costretto a lanciare all'istante un Imperius contro il goblin, e contro Travers.

Superato anche questo momento di crisi, i ragazzi possono finalmente avviarsi per i lunghi e tortuosi tunnel che conducono alle camere blindate sotterranee. Il goblin (che si chiama Bogrod, ed è tuttora sotto Imperius) ha con sé una borsa piena di oggetti metallici. Lui, i tre ragazzi e Unci-Unci salgono sul carrello e si avviano lungo i binari. A un certo punto, appare di fronte a loro una cascata d'acqua; il carrello non è dotato di freni, per cui non riescono a evitare di passarci sotto. Ma è una cascata magica, una difesa contro i ladri che ha il potere di contrastare ogni travestimento operato con la magia. Quindi, Hermione e Ron tornano nel giro di pochi secondi ad assumere le loro sembianze normali. Il carrello li ha sbalzati fuori, quindi devono continuare a piedi.

Svoltarono l'angolo e videro la cosa a cui Harry era preparato, ma che obbligò tutti a fermarsi di colpo. Un drago gigante era incatenato a terra davanti a loro, e bloccava l'accesso a quattro o cinque tra le camere blindate più profonde del sotterraneo. Le squame della bestia erano diventate pallide e sottili durante la sua lunga prigionia sotto terra; i suoi occhi erano di un rosa lattiginoso…
"E' semicieco" ansimò Unci-Unci, "il che lo rende ancor più violento."

Si scopre così a cosa servono gli oggetti metallici nella borsa di Bogrod: Unci-Unci li percuote e li agita a poca distanza dal drago, producendo un gran rumore. "Il drago è stato addestrato a temere quel rumore: quando lo sente, sa che proverà dolore." E infatti il muso del drago è segnato da molte vecchie ferite. E infatti, appena sente il rumore, il drago si ritrae e li lascia passare.

La porta della camera si aprì e rivelò una caverna, piena fino al soffitto di monete e coppe d'oro, armature d'argento, pelli di strane creature, alcune con lunghi aculei, altri con ali ricurve, pozioni in flaconi tempestati di pietre preziose, e un teschio che indossava una corona.
"Cercate, svelti!" disse Harry, mentre tutti entravano correndo nella camera.
Aveva descritto a Ron e Hermione la coppa di Tassorosso, ma se era l'altro Horcrux a essere custodito in questa camera – l'Horcrux sconosciuto – Harry non aveva idea di che aspetto avesse…
"Harry, forse è quello… Ahia!"
Hermione urlò di dolore, e Harry le puntò addosso la bacchetta in tempo per vedere un calice tempestato di gioielli caderle dalle mani; ma mentre cadeva si divise, e divenne una pioggia di calici, e un attimo dopo, con un gran fracasso, il pavimento era coperto di calici identici che rotolavano in ogni direzione: l'originale era impossibile da distinguere.

Sugli oggetti custoditi nella camera blindata sono stati applicati strani incantesimi: ogni volta che si tocca un oggetto, si rimane scottati, e l'oggetto si moltiplica. Si rischia seriamente di restare schiacciati dalla montagna di monete e coppe d'oro.

Finalmente, Harry trova la coppa. Ma è molto in alto, e per raggiungerla occorre un Levicorpus. Nel frattempo, fuori dalla camera sono arrivati in massa i goblin di guardia: i ragazzi sono in trappola.

Harry riesce a prendere la coppa, se la infila in tasca e si volta per recuperare la spada. Ma Unci-Unci l'ha presa, ed è fuggito dalla camera gridando "Al ladro!".

C'è una sola via d'uscita. Harry, Ron e Hermione salgono in groppa al drago. Aiutano l'enorme bestia, praticamente cieca, a trovare la strada verso l'uscita. Sbaragliando ogni resistenza, il drago abbatte infine il grande portone d'ingresso ed esce in Diagon Alley: e spicca il volo.