Fonte: BadTaste.it 

Come due anni fa per Il Principe Mezzosangue, vi offriamo a partire da oggi i riassunti dei capitoli del settimo e ultimo libro di Harry Potter. Speriamo possano tornare utili a chi sta leggendo il libro in inglese, ma non è certo di aver capito tutto… e a chi aspetta la traduzione italiana, ma sa di non poter resistere agli spoiler nei lunghi mesi che ci separano dall’uscita dell’edizione Salani.

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Il libro inizia con due citazioni:

Strazio nel sangue della stirpe!
Tonfo cruento
sconnesso di perdizione.
Ahi, angoscia durissima, amara di pianto!
Ahi, miseria che mai s'acquieta.

La casa possiede il rimedio
per fasciare la piaga: non da altri,
dalla casa proviene. Passa
per aspro scontro di sangue.
Dèi dell'abisso: questo è canto per voi.

Udite, maestà di sotterra,
il nostro cuore che prega: fatevi scudo,
sorridete ai due figli, che vincano!

(Eschilo, Coefore)


La morte non è che attraversamento del mondo, come gli amici attraversano i mari; vivono ancora l’uno nell’altro. Perché devono di necessità esservi coloro che amano e vivono in ciò che è onnipresente. In questo divino specchio si guardano l’un l’altro in volto; e i loro discorsi sono liberi, oltre che puri. Questo è il conforto degli amici: anche se si può dire che muoiano, la loro amicizia e compagnia sono però, nel migliore dei sensi, sempre presenti, perché immortali.

(William Penn, More Fruits of Solitude)


Capitolo 1

L'ascesa del Signore Oscuro

Piton e il mangiamorte Yaxley si incontrano in una strada buia. Devono partecipare a una riunione nella sontuosa dimora dei Malfoy. I presenti – a capotavola c’è Voldemort – sono raccolti attorno a un lungo tavolo, sopra il quale penzola una figura umana appesa a testa in giù, apparentemente priva di sensi, che ruota lentamente come appesa a un cavo invisibile.

Piton comunica a Voldemort le informazioni che è riuscito a raccogliere: “Mio signore, l’Ordine della Fenice intende spostare Harry Potter dal suo attuale nascondiglio il prossimo sabato, al tramonto”. Questa informazione proviene “dalla fonte di cui abbiamo parlato” soggiunge Severus; e l’Ordine è convinto che i Mangiamorte abbiano infiltrato il Ministero.

Yaxley però ha avuto una soffiata ben diversa. “La mia fonte mi ha detto che l’Ordine sta preparando una falsa pista, e credo sia quella che ha riferito Piton.” Il vero piano è trasferire Potter con un gruppo di Auror, e portarlo a casa di un membro dell’Ordine. Una volta lì, sarà impossibile catturarlo, a meno che il Ministero sia caduto nelle mani dei Mangiamorte entro sabato. Da questo punto di vista, però, sono già sulla buona strada: Yaxley è riuscito a mettere sotto Imperius Pius Thicknesse, un uomo molto vicino a Scrimgeour. “È un inizio” ribatte Voldemort; “ma resta molto improbabile che il Ministero sia mio prima di sabato; quindi dobbiamo prendere il ragazzo durante il tragitto.” Continua: “Mi occuperò personalmente del ragazzo. Troppi errori sono stati commessi. Alcuni li ho commessi io. Che Potter sia ancora vivo dipende più dai miei errori che dai suoi trionfi. Devo essere io a ucciderlo, e lo farò.”

Voldemort ha bisogno di una nuova bacchetta per uccidere Potter. Chiede a Lucius Malfoy di dargli la sua (olmo, nucleo di fibra di cuore di drago). Si prende gioco di Bellatrix, che gli rivolge i suoi soliti sguardi sensuali e gli professa eterna fedeltà: le ricorda che sua nipote (e nipote di Lucius e Narcissa) ha appena sposato il licantropo Lupin. “Non è nostra nipote, mio Signore” risponde Bellatrix tra le risate dei Mangiamorte. “Narcissa e io non l’abbiamo più degnata di uno sguardo da quando ha sposato quello sporco Mezzosangue.”

In tutto ciò, Draco resta in silenzio, terrorizzato dalla presenza di Voldemort e incapace di distogliere lo sguardo dalla figura umana che gira lentamente su se stessa appesa al soffitto.

Voldemort prosegue: “Molti dei nostri più antichi alberi genealogici si contaminano un po’ con il tempo. Dovete potare il vostro – no? – per mantenerlo sano. Tagliare le parti che minacciano la salute del resto. E come nella vostra famiglia, così in tutto il mondo… ci libereremo dei parassiti che ci infettano, finché solo i purosangue saranno rimasti”.

Voldemort rivolge ora la sua attenzione al prigioniero appeso al soffitto: “Riconoscete la nostra ospite? Sì, la professoressa Charity Burbage insegnava ai figli di maghi e streghe, parlava loro dei Babbani, diceva loro che i Babbani non sono tanto diversi da noi, corrompeva le loro giovani menti…” Un mangiamorte sputa per terra. Ma poi tutti smettono di ridere.

“Avada Kedavra”.

Charity piomba sul tavolo, morta. Draco cade dalla sedia. Voldemort è impassibile.

“Nagini, la tua cena.”

Capitolo 2

In memoriam

Harry è a Privet Drive, e si è appena ferito a un dito mentre svuotava il suo baule. A ferirlo è stato un pezzo di vetro: un frammento dello specchio magico che gli aveva dato Sirius. Mentre corre in bagno per medicarsi, inciampa in una tazza di tè che qualcuno ha lasciato fuori dalla sua porta. L’ennesimo dispetto di Dudley, pensa Harry.

Harry raccoglie in uno zaino le cose che gli serviranno quest’anno: vestiti babbani, mantello dell’invisibilità, kit per pozioni, alcuni libri, l’album di foto che gli ha regalato Hagrid, alcune lettere e la bacchetta. Nella tasca anteriore dello zaino, la Mappa del malandrino e il ciondolo con il biglietto firmato R.A.B.

Nella Gazzetta del profeta di qualche giorno addietro c’è un articolo di Elphias Doge, un epitaffio per Silente. Racconta cose che Harry trova sorprendenti:

“Conobbi Albus a Hogwarts, dove era arrivato preceduto dalla sua fama. Suo padre Percival era ad Azkaban con l’accusa di aver aggredito tre giovani babbani. Albus non cercò mai di negare che suo padre avesse commesso quel crimine, ma non voleva parlarne. Molti credevano che anche Albus odiasse i babbani, ma la verità era ben diversa. Silente era bravissimo a scuola, vinse ogni premio possibile e tutti si aspettavano che sarebbe presto diventato Ministro.

Tre anni dopo arrivò a Hogwarts suo fratello Aberforth. Erano molto diversi di carattere: Aberforth era meno intellettuale e più pronto a usare le mani; era condannato a vivere nell’ombra dei successi di suo fratello…

Io e Albus volevamo fare il tradizionale viaggio intorno al mondo dopo il diploma. Ma alla vigilia della nostra partenza morì sua madre, Kendra, e Albus si ritrovò capofamiglia. Io partii, e persi ogni contatto con Albus. Circa un anno dopo seppi che la tragedia aveva colpito ancora la sua casa, con la morte della sorella Ariana, malata da tempo.

Tornato a casa, scoprii che la morte della sorella e della madre aveva scavato un solco profondo tra Albus e Aberforth; ma Albus non volle parlarne mai più.”

Harry si rende conto di non aver mai conosciuto davvero Silente. Non gli ha mai chiesto del suo passato, non hanno mai parlato altro che di lui, di Harry. Chissà cosa vedeva davvero Silente nello Specchio delle brame…

Harry passa a sfogliare la Gazzetta di oggi, e trova un articolo dal titolo:

Silente: Finalmente la verità?

La prossima settimana: Rita Skeeter rivela l’infanzia difficile, la giovinezza scapestrata, le inimicizie e i segreti oscuri che Silente si è portato nella tomba. Perché l’uomo che sarebbe potuto diventare ministro si è accontentato di rimanere un semplice preside? Qual era il vero scopo dell’Ordine della Fenice? Come è morto davvero Silente? La risposta a queste e molte altre domande nella nuova biografia, “Vita e bugie di Albus Silente”, di Rita Skeeter.

Segue un’intervista all’autrice. La Skeeter dichiara di avere avuto accesso a una fonte molto attendibile, e anticipa alcune scottanti rivelazioni del libro: in gioventù Silente era dedito alle Arti Oscure, e la sua famiglia nasconde atroci segreti. Le disavventure giudiziarie di Aberforth e la condanna del padre sono solo la punta dell’iceberg: il vero scandalo riguarda la madre e la sorella. Lo scopriremo leggendo il libro. E anche la famosa vittoria di Silente su Grindelwald, nel 1945, andrebbe ridimensionata, secondo la Skeeter: Grindelwald si sarebbe arreso senza opporre resistenza.

Quanto alla relazione tra Silente e Potter, la Skeeter dedica all’argomento un intero capitolo, definendo il rapporto tra i due “insano, sinistro: un interesse innaturale per Potter fin dall’inizio.”

Harry è ovviamente furioso per ciò che ha appena letto; per un istante, gli sembra di vedere un occhio azzurro che lo fissa dal frammento di specchio.

Capitolo 3

La partenza dei Dursley

Sono settimane che i Dursley non fanno altro che disfare e rifare le valigie. Harry ha spiegato loro che tra quattro giorni, quando compirà diciassette anni, l’incantesimo che lo lega a loro svanirà, e anche Vernon e famiglia saranno a rischio. Devono fuggire per scampare alla furia dei Mangiamorte. Ma Vernon non è affatto convinto, e crede che sia tutto un trucco con cui Harry vuole rubargli la casa. Cambia idea ogni ventiquattr’ore.

“Perché non può proteggerci il ministero, allora?” Harry risponde che il ministero è stato infiltrato dai seguaci di Voldemort. “Non capite? Vi tortureranno, vi ammazzeranno come hanno ammazzato i miei genitori!”

“Papà” dice Dudley, alla fine. “Io vado con questa gente dell’Ordine.”
“Dudley” dice Harry, “per la prima volta in vita tua dici una cosa sensata.”

Ovviamente, i Dursley non possono abbandonare il loro Diddino, per cui cedono, e decidono di partire. Arrivano a prenderli Dedalus Diggle e Hestia Jones.

Inizia la cerimonia dei saluti. I Dursley sanno che non rivedranno più Harry. “Be’, questo è un addio, ragazzo” dice Vernon, e fa per stringergli la mano, ma all’ultimo istante si tira indietro.

Dudley però sembra perplesso. “Non capisco. Perché non viene anche lui con noi?”

Sembrava che Dudley si sforzasse di esprimere concetti troppo complessi per tradurli in parole. Dopo alcuni istanti di una lotta interiore che parve dolorosa, disse: “Ma dove andrà?”.

Zio Vernon e zia Petunia si guardarono. Era evidente che Dudley li spaventava. Hestia Jones ruppe il silenzio.

“Ma… di certo voi sapete dove sta andando vostro nipote?” chiese, con aria stupita.

“Certo che lo sappiamo” disse Vernon Dursley. “Se ne va con la vostra gentaglia, no?”

Hestia Jones è indignata: “Ma queste persone non si rendono conto di cosa hai passato, Harry? Dei pericoli che devi affrontare? Della tua importanza nel cuore del movimento anti-Voldemort?”

”Be’, no” disse Harry. “In realtà credono che io sia uno spreco di spazio. Ma ci sono abituato…”

“Io non credo che tu sia uno spreco di spazio.”

Se Harry non avesse visto muovere le labbra di Dudley, forse non ci avrebbe creduto. E invece, fissò Dudley per diversi secondi prima di convincersi che doveva essere stato suo cugino a parlare; se non altro, Dudley era diventato rosso. Harry stesso era imbarazzato e stupito.

“Beh, ehm… grazie, Dudley.”

Di nuovo, Dudley sembrò lottare per venire a capo di pensieri troppo ingombranti per esprimerli, e infine mormorò: “Mi hai salvato la vita.”

Dudley porge la mano a Harry. Harry dice: “Accidenti, Dudley, i dissennatori ti hanno soffiato in corpo una nuova personalità?”. Dudley, sempre più imbarazzato, risponde: “Non lo so. Ci vediamo, Harry.” Harry capisce che probabilmente la tazza di tè lasciata fuori dalla sua porta era un gesto di amicizia.

Prima di uscire di casa, zia Petunia si volta un attimo verso Harry. Sembra stia per dire qualcosa; ma poi ci ripensa e se ne va.