Vengono entrambi dalle serie tv e sono scoppiati definitivamente con un progetto molto personale, di cui sono stati creatori e interpreti. Donald Glover è la mente e il volto di Atlanta (ma fa anche musica con lo pseudonimo Childish Gambino), mentre Phoebe Waller-Bridge ha creato lo show rivelazione dell’anno scorso, The Fleabag. Il primo negli Stati Uniti, la seconda in Gran Bretagna hanno cambiato la percezione del dramedy, di fatto rimettendo in circolo questo genere.

Per Guerre Stellari sono due personaggi dal rapporto non convenzionale. Glover è Lando Calrissian, mentre Phoebe Waller-Bridge è un droide indipendentista chiamata L3, che non c’era nella trilogia originale.

Dei due quello più atteso al varco era chiaramente Glover, chiamato ad incarnare quello che all’epoca era l’unico personaggio di colore della galassia, nonché uno di quelli dotati della maggiore personalità.

Per studiare Lando è stato più utile parlare con Billy Dee Williams o rivedere i film?

DONALD GLOVER: “Io ho sempre sostenuto che Guerre Stellari è un B movie promosso a serie A ma quando l’ho detto alla Disney mi hanno guardato come a dire “Uh?!”. Per me Lando era proprio il lato blacksploitation di quel mondo. Billy Dee mi ha dato grandi consigli davvero, avevo molte idee e fatto molte ricerche ma poi lui mi ha detto con grande semplicità “Basta essere affascinanti” ed aveva ragione, mi ha aiutato molto”

Tu hai lavorato sia con Lord e Miller che con Ron Howard, avevano idee diverse su L3?

PHOEBE WALLER-BRIDGE: “Considera che io recitavo in una stanza tutta verde con una serie di protesi che mi appesantivano per poter fare il motion capture, quindi avevo più che altro rapporti con i registi. Lord e Miller volevano che L3 fosse un po’ più rilassata e meno impalata degli altri droidi, Ron invece aveva più a cuore l’idea di un droide che vuole fare la rivoluzione”

Come si può fare un film di Guerre Stellari? Uno che deve parlare agli adulti ma anche ai bambini e di tutte le razze di tutto il mondo per giunta?

DG: “Se fai qualcosa di molto specifico parla a tutti. Certo è più facile immedesimarsi con qualcuno che ti somigli ma non è la soluzione migliore per il progresso. Alla fine contano solo le idee, non credo si debba di forzare la rappresentatività. Anche solo la diversità di pensiero è sintomo della diversità di razze. Per dirlo con altre parole, non avrei mai voluto che Black Panther fosse fatto da Tim Burton, ci vuole qualcuno che vuole farlo, che vuole davvero sfruttare l’opportunità di portare un pensiero diverso”.

PWB: “Il pubblico sente subito quando dietro ad una decisione, ad una trama o anche ad un ruolo c’è un pensiero o un fine politico, e si infastidisce”

DG: “Pensa a Lando, la cosa forte è proprio che non è mai stato lì per essere amato, anzi! Ha un lato bastardo e per questo è amato”

PWB: “Nella trilogia originale c’è solo una donna che abbia delle battute e diavolo era davvero forte! L3 è un personaggio complesso con una sua agenda e una relazione complicata, ha molti problemi che non hanno a che vedere con l’essere una donna ma sono universali”

Secondo te Solo ha qualcosa in comune con This Is America, il videoclip del brano che hai composto con il nome Childish Gambino?

DG: “Beh sono entrambi degli eventi planetariahahahahahahahahah… No seriamente, penso che entrambi siano maniere di dire qualcosa al pubblico. Abbiamo una parte della nostra società che fa schifo e vogliamo risolvere il problema”.

Questo nuovo film potrà piacere anche al pubblico adulto?

DG: “Non mi interessa cosa pensano gli adulti di questo film, davvero, chissene. Non pensano che sia buono come gli originali? Il punto è che non hanno più 15 anni e se sei arrabbiato perché sei anziano non è un problema nostro. Noi parliamo a chi ha 8 anni. E questo film gli parla di diversità di pensiero! È ottimo! Chissene di far piacere agli adulti”.

PWB: “Sì ma anche se vuoi veicolare un messaggio hai bisogno di una buona storia, allora i messaggi escono davvero. È assurdo pensare di chiedere al pubblico di trovare il messaggio col lanternino”

DG: “No ancora peggio! È come se gli dicessimo tutti eccitati: “Hey ragazzi ora imparerete qualcosa!” E loro “Wow che bello è come essere tornati a scuola!”. Impossibile”.

 

 

 

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