È disponibile da ieri su Netflix Klaus – I Segreti del Natale, il primo film d’animazione prodotto dalla piattaforma streaming, diretto da Sergio Pablos e realizzato dallo studio d’animazione spagnolo The SPA Studios. Progetto indipendente di lunghissima gestazione, Klaus fin dal trailer mostra la sua peculiarità più grande: uno stile unico che ricorda l’animazione tradizionale.

Abbiamo avuto l’opportunità di parlare proprio con gli art director della pellicola, Szymon Biernacki e Marcin Jakubowski, stretti collaboratori del regista e responsabili dell’impianto visivo di Klaus: sono loro che hanno deciso, insieme a Pablos il tono delle ambientazioni, l’aspetto dei personaggi e l’illuminazione (che ha colpito molto il nostro Gabriele Niola, il quale nella recensione parla di “una palette di colori da indie game, in cui al gelo degli ambienti contrappone sempre una precisa tonalità del fuoco, una fiamma che direziona la luce per creare intimità con successo.”)

Congratulazioni per il vostro lavoro perché nel film è davvero evidente quanto sia importante la direzione artistica. Quando avete iniziato a lavorare a Klaus?

Marcin: Sono stato il primo a unirmi al progetto, quasi otto anni fa. Sergio stava cercando di realizzare questo film e mi contattò per realizzare insieme il pitch-book, un trattamento che include anche illustrazioni volte a definire lo stile del film e che serve a proporre l’idea a produttori e finanziatori. Nel frattempo gli ho presentato Szymon, noi non ci conoscevamo ancora dal vivo ma ci conoscevamo a vicenda per via dei nostri lavori. Ci siamo messi a lavorare al proof of concept (un teaser trailer) di Klaus, per il quale abbiamo stabilito le basi dello stile che avrebbe avuto il film. Una volta terminato quello ci siamo messi a cercare i finanziatori, ma non ne abbiamo trovato nessuno. C’è voluto del tempo. I primi passi sono iniziati otto anni fa, mentre la produzione vera e propria è iniziata solo due anni fa.

Avete iniziato a lavorare al film vero e proprio solo dopo il coinvolgimento di Netflix?

Marcin: Nel 2015 eravamo ancora fermi al proof of concept, il teaser. Abbiamo iniziato la lavorazione vera e propria solo dopo il coinvolgimento di Netflix, che ha finanziato tutto il progetto dall’inizio della produzione fino al completamento.

 

 

Ho visto i vostri lavori sui vostri siti, sono davvero fantastici. Il film sembra fondere perfettamente i vostri stili, come avete lavorato insieme in questo senso?

Szymon: Abbiamo sensibilità simili, anche se abbiamo interessi leggermente diversi. Penso che Marcin si concentri molto sul mood, sulle atmosfere, utilizzando questi elementi a livello narrativo. Io mi concentro di più sull’aspetto grafico, sulle forme. Ma entrambi amiamo i colori e le luci, e questi punti di sovrapposizione ci hanno aiutato a capirci meglio creando uno stile unico e coerente.

Marcin: In pratica io faccio una qualcosa e lui cerca di imitarmi! [ridono]

Szymon: Possiamo dire che ci completiamo bene a vicenda.

Marcin: Molto spesso capita che uno di noi sia molto convinto di qualcosa, e l’altro lo lasci fare. Questo perché ci fidiamo tantissimo l’uno dell’altro, sappiamo che abbiamo un approccio e sensibilità simili.

Szymon: Entrambi, poi, abbiamo a cuore la buona riuscita del film, e ci viene naturale capire cosa sarà meglio fare per il risultato finale, che cerchiamo di raggiungere a livello grafico.

Sin dalle prime immagini è stato chiaro che il film avrebbe avuto un impianto 2D con però una componente 3D. Qual è stata la sfida più grande in questo senso? E come funziona, sembra un film 2D è evidente lo spazio tridimensionale nel quale si muove la cinepresa…

Szymon: Diciamo subito che abbiamo disegnato a mano, ma ovviamente in digitale: abbiamo deciso fin dall’inizio che il film sarebbe stato in 2D con uno stile che si basasse sul disegno a mano.

Marcin: La componente 3D è stata una scelta più pratica che stilistica: nessuno, oggi, si metterebbe ad animare a mano un’intera automobile in corsa, con le ruote e tutto il resto.

Szymon: Non solo, anche dal punto di vista dell’illuminazione è molto più pratico utilizzare ambienti 3D. Diciamo quindi che è un film tradizionale, ma con una produzione realizzata attraverso i computer.

Avete dovuto combattere per realizzarlo in questo modo? Oggi come oggi molti studios preferiscono personaggi in 3D che sembrino chiaramente in CGI. Avete combattuto per portare avanti questa visione?

Marcin: Con Netflix non abbiamo dovuto combattere per nulla, amavano la nostra storia e il nostro approccio visivo, tenevano solo al fatto che il film definitivo fosse allo stesso livello del proof of concept. Noi sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stato un problema trovare fondi per fare un film animato in 2D. Ogni volta che proponevamo il progetto a qualche produttore, non citavamo l’elemento 2D se non quando strettamente necessario: gli mostravamo il video e nel caso rispondevamo alle domande parlando di un film “ibrido”, perché sembra più moderno. Purtroppo il 2D spesso è affiancato a flop, perché gli ultimi film animati in quel modo non sono stati dei grandissimi successi. Ma questo non è mai dipeso dal dal 2D: dipende dalla storia, oppure dal marketing. La nostra speranza, ora, è che con l’aiuto di Netfix ci possano essere più film come il nostro. Il nostro vantaggio, in questo senso, è che senza i costi (e gli sforzi) in distribuzione e marketing, rimane solo il film, che parla per se stesso.

E cosa ci potete dire degli SPA Studios? È il primo film prodotto interamente da questa compagnia, giusto?

Marcin: Sì!

Sapete se ci sono altri progetti in corso, se ne faranno altri? Come primo film Klaus è molto ambizioso…

Szymon: Ovviamente la speranza è che ci facciano realizzare altri film come questo, ma al momento non possiamo sbilanciarci. Klaus è stata una grande avventura, ci sono voluti anni per realizzarlo: vedremo come andrà, e nel caso faremo altri film. Ci sono varie idee, ma nulla di concreto.

Marcin: La nostra ambizione, comunque, è quella di non essere uno studio che si occupa di svolgere dei servizi, ma che crea storie.

All’industria cinematografica europa serve proprio questo tipo di ambizione. Speriamo sia il primo di tanti film per noi! L’ultima domanda è relativa ai vostri riferimenti nel cinema d’animazione per realizzare Klaus.

Marcin: In realtà abbiamo avuto più riferimenti live action, perché eravamo concentrati soprattutto sulla luce. Per noi non ci sono limiti in quel senso, che si tratti di animazione o live action.

Szymon: Anche nella color correction, per esempio, abbiamo fatto delle scelte che ricordano più grandi film hollywoodiani live action che i film d’animazione.

Marcin: Detto questo, Il Gigante di Ferro è stato il nostro principale punto di riferimento, corrisponde a tutto ciò che desideriamo vedere in un film. La nostra speranza è che Klaus abbia lo stesso effetto sulle persone. E un altro importante riferimento è Il Principe D’Egitto.

Questa la sinossi del film:

Jesper, il peggior allievo dell’accademia postale, viene assegnato a un’isola ricoperta di ghiaccio a nord del Circolo polare artico, dove i litigiosi abitanti si parlano molto di rado e si scrivono ancora meno. Jesper sta per gettare la spugna quando trova il sostegno dell’insegnante Alva e conosce Klaus, un misterioso carpentiere che vive in una casetta piena di giocattoli fatti a mano. Queste improbabili amicizie riportano l’allegria sull’isola, e con essa vicini generosi, tradizioni piene di magia e calze appese con cura vicino al caminetto. Klaus è una commedia natalizia animata diretta da Sergio Pablos, coautore di “Cattivissimo me”.

A doppiare la versione italiana vi sono Marco Mengoni, Francesco Pannofino, Ambra Angiolini, Neri Marcorè e Carla Signoris.

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