In occasione dell’arrivo in home video di Tartarughe Ninja previsto per domani, abbiamo il piacere di pubblicare il resoconto della nostra chiacchierata con il supervisore delle animazioni del film, Tim Harrington.

Abbiamo avuto modo d’intervistare il guru della Industrial Light & Magic durante l’ultima edizione della View Conference di Torino.

***

Hai lavorato a svariati franchise. Qual è il tuo preferito?

Uno degli highlight della mia carriera è stato lavorare su Yoda per Star Wars nella Trilogia dei prequel, nello specifico la scena di lotta fra Yoda e il Conte Dooku. È stato uno dei vertici della mia carriera anche perché quella scena è piaciuta a un sacco di persone e ha ricevuto moltissimi riconoscimenti. Ho sempre cercato di rilavorare a qualcosa del genere e penso che Tartarughe Ninja sia un’esperienza nettamente simile, è come quella scena fra Yoda e Christopher Lee, solo che sotto steroidi. Parliamo di tartarughe giganti che praticano le arti marziali. Sono molto orgoglioso di questo film.

Eri già un fan del franchise?

Da ragazzino no, perché quando è iniziato il fenonemo ero già un po’ troppo grande. Mio fratello era fan, quindi ero chiaramente consapevole del fenomeno, dei film arrivati al cinema. Diciamo che quando il progetto è arrivato alla ILM ho subito voluto partecipare perché ho apprezzato il character design. E la sfida del film si basava tutta sulla realizzazione di questi quattro personaggi, che sono la colonna portante del lungometraggio.

Ho una domanda ricorrente che faccio a voi “digital guys”. Cosa ne pensi della dicotomia fra effetti pratici e digitali?

Personalmente concordo con l’idea che un regista debba ottenere il più possibile direttamente con la macchina da presa. Poi dopo è chiaro, in un film come Tartarughe Ninja molte cose non sono ottenibili direttamente con le riprese. Ma proprio in virtù di quello che ti ho detto poco fa, noi per le tartarughe abbiamo usato dei veri attori, fisicamente presenti sul set e sulle location, per aggiungere realismo e avere dei riferimenti per la luce e l’illuminazione.Tartarughe Ninja

Parlaci del lavoro svolto per Tartarughe Ninja.

Sono il Supervisore delle Animazioni e il grosso del mio lavoro consiste nel trasformare le performance degli attori in quelle delle Tartarughe Ninja. Per il film abbiamo circa 700 inquadrature con post-produzione al computer e nelle scene più complicate avevamo una media di 60 animatori al lavoro.

Com’è lavorare a un film come questo in cui sei costantemente oggetto di critiche dalle message board dei siti di mezzo mondo?

Quando lavori a un film, specie se basato su un franchise popolare, sai già che non riuscirai a rendere felici tutti. Penso che il design che abbiamo elaborato sia fico, poi è naturale che non piace a tutti. Ma va bene così, è una parte del processo. Ma noi dobbiamo far fronte a problemi contingenti, cui le persone magari non pensano. Esempio: la bocca e le labbra delle Turtkes, che sono a tutti gli effetti delle creature parlanti, quindi dovevamo incorporare delle qualità umane.

E circa i personaggi che verranno aggiunti nei prossimi film? Adotterete lo stesso processo? Parlo ad esempio di Bebop e Rocksteady…

Sì, penso proprio di sì. Tutte le cose che hanno funzionato nel primo film verranno riviste, migliorate e riutilizzate nel secondo. Ma ovviamente non posso dirti chi finirà o meno nel secondo film.

È incredibile l’idea di “peso” comunicata dalle Tartarughe Ninja.

Sì, indubbiamente e buona parte del nostro lavoro consisteva proprio nel raffinare la motion capture proprio per dare quell’idea di “peso” di cui parli. Abbiamo dovuto lavorare molto sui movimenti cercando di capire di volta in volta cosa fare con l’azione, se rallentare il tutto oppure no.

A me il design della pellicola è piaciuto subito. L’unica nota stonata quello di Shredder. Capisco che siamo sempre a casa di Michael Bay, ma non è un po’ troppo simile a un Decepticon di Transformers?

Sì, può darsi. In effetti Shredder è stato rivisto nel look diverse volte, all’inizio aveva meno lame addosso. E poi, in puro stile Michael Bay, abbiamo deciso di scatenarci del tutto col personaggio, tanto che ora è completamente ricoperto di lame. È stato divertente lavorare su questo villain.

La scena più complicata da fare? L’inseguimento sulla neve?

Sì, l’inseguimento sulla neve è stato di sicuro il passaggio più complicato. C’erano svariate riprese molto lunghe, il terreno era completamente digitale e abbiamo dovuto lavorare un sacco sugli effetti particellari, come la neve, l’acqua e robe del genere.