E’ possibile realizzare un film con una troupe di sole due persone?

Se con “Arirang” – presentato a Cannes – aveva raccontato la sua depressione e le ragioni del suo silenzio artistico durato quattro anni con una sorta di documentario-confessionale che gli aveva fruttato la vittoria (ex aeuquo) nella sezione Un Certain Regard (mentre il film è giù passato su Rai 3 lo scorso 14 agosto grazie a Enrico Ghezzi), con Amen il regista Kim Ki-Duk ritorna ad un progetto di fiction, seppure anch’esso estremo come il precedente lavoro.

Basta vedere i titoli di coda per rendersene conto, semmai non lo si sia riuscito a capire (e non è scontato farlo) durante l’ora e mezza di proiezione: non ci sono credits, il film l’ha fatto lui da solo assieme all’attrice. O è lui che riprende lei, o viceversa. Inutile quindi sottolineare come ci siano solo due personaggi nel film, mentre è importante dire che non si tratta...