Della carriera da regista di Ben Affleck non si poteva che pensare già un gran bene, eppure ora con Argo compie un ulteriore, imprevisto e per certi versi precoce salto in avanti. Senza attendere, godersi i successi o esplorare il noto ma anzi con la foga dell'esploratore voglioso di allargare i propri orizzonti, Affleck va ancora più avanti di Gone Baby Gone e The Town e allo stile minimalista, pacato e magistralmente austero di quei film accoppia una sceneggiatura che richiede un preciso mescolamento dei generi, che richiede di conoscere la commedia, come il cinema di guerra, come il dramma storico e saperli fondere con coerenza e gusto. Ridere, e anche molto, in un film in cui si parla di veri ostaggi presi dall'ambasciata americana in Iran, ridere in un film che rappresenta i veri impiccati nelle piazze di Teheran durante la rivoluzione e poi rappresentare la tensione delle grandi operazioni di fuga e l'impotenza dell'assedio a fianco di quella commed...
Il terzo film di quello che probabilmente (e contro ogni previsione) è il regista giovane più interessante d'America
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