A qualcuno deve essere sembrato giusto mettere insieme il team di sceneggiatura dei film delle gemelle Olsen, di Exodus – Dei e Re e di Allegiant, con un regista di forte esperienza cannense, dallo stile e dalla messa in scena sofisticate, narratore per silenzi ed ellissi, ed affidare a loro il primo film per il cinema di Assassin’s Creed. Il risultato è un oggetto stranissimo riguardo il quale la stessa Ubisoft (proprietaria del marchio) ha dichiarato che è più importante che veicoli il nome del videogame cui si ispira che incassi. Una cosa tuttavia la si può dire con un buon grado di certezza: se Assassin’s Creed alla sua prima uscita è stato un videogame come non se n’erano mai visti, anche il film è un oggetto unico.

Come promesso l’avventura presentata sul grande schermo non è la riproposizione di nessuno tra gli episodi videoludici ma un’iterazione nuova, con una trama e un’ambientazione nuove (la Spagna dell’inquisizione). Il solito erede di un membro della setta degli ass...