Quello che davvero colpisce di Bentornato Presidente è la sua interpretazione di commedia.

Mentre il film precedente, diretto da Riccardo Milani, rispondeva allo stile classico italiano, cioè una direzione molto invisibile, fondata sulla recitazione e finalizzata alla chiarezza nella consegna della battuta o della gag, questo sequel non cerca a tutti i costi la risata ma preferisce costruire un racconto paradossale (e quindi divertente) tramite la messa in scena, lavorando su tutti gli aspetti, creando una collaborazione tra chi dirige e chi recita.

La trovata semplice (di nuovo) di Giuseppe Garibaldi, ex presidente della Repubblica, avulso dalla politica, non interessato alle questioni dello stato, che tuttavia diventa il nome perfetto per la presidenza del Consiglio nel momento in cui i due partiti che hanno vinto le elezioni non riescono ad accordarsi (lui però lo fa per amore, perché deve riconquistare una moglie tornata a lavorare per la presidenza della Repubblica), diventa un pr...