Il nuovo film di Robert Zemeckis va consumato back to back con Flight, ne è il gemello o quasi il remake alla lontana realizzato cambiando tutto tranne il cuore dell’idea: un uomo cerca di riprendersi da un evento traumatico e da tutte le proprie dipendenze raccattando i fili della sua esistenza. Questo è il dettaglio più interessante di un film che non lo è troppo: come Zemeckis racconti (ancora) di dipendenze, traumi e risalite da un inferno personale.

Stavolta l’evento traumatico non è un disastro aereo, ma un pestaggio che ha quasi ucciso il protagonista. Era un artista ma dopo il pestaggio non ha più la mano per poterlo fare e così è diventato fotografo di miniature. Ha costruito un villaggio della seconda guerra mondiale e un universo di finzione in cui i pupazzi hanno le fattezze sue e delle persone che gli sono intorno, e li fotografa come fossero veri. Perché in un certo senso nella sua testa lo sono.

Benvenuti a Marwen in questo senso è la storia di un narratore che vive con ...