Inizia con un sax fantastico e terribile al tempo stesso portatore di tante promesse d’infelicità, La Terra Dell’Abbastanza l’esordio dei fratelli D’Innocenzo in cui il crimine non è più l’impresa mitologica del cinema ma è una routine senza clamore spogliata di ogni afflato avventuriero. Anche andare ad ammazzare qualcuno è un lavoretto.

Lo scoprono i due protagonisti, all’inizio ignari di tutto mentre mangiano cicorietta in una macchina parcheggiata ridendo e scherzando con una naturalezza fanciullesca che, è subito chiaro, viene da una profondità d’interpretazione che fa pensare al cinema semi-improvvisato fatto bene (invece no, è tutto scritto). Cibo che entra a fatica in bocca, saliva, foga nel mangiare e tantissima amicizia. Come nel cinema classico sono passati 10 minuti dall’inizio e abbiamo già capito tutto, vedendo l’agro e il dolce dosati benissimo. Poi inizia la trama.

I due investono una persona per sbaglio e scappano spaventati per rifugiarsi dal padre di uno di loro, un ...