Raccontare le tragedie reali da dentro sembra la nuova missione dei lunghi piano sequenza. Film come Il Figlio di Saul hanno contribuito a stabilire il ruolo che quella maniera di intendere e lavorare oggi sui piano sequenza inventata insieme da Alfonso Cuaron e dal direttore della fotografia Emmanuel Lubezki in I Figli Degli Uomini (seguendo qualcuno con macchina a mano, non inquadrando necessariamente tutto e valorizzando il fatto che molto di ciò che avviene non sia mostrato), siano perfetti per creare un punto di vista diverso sulle vere tragedie. La maniera più scontata di dirlo sarebbe “portare lo spettatore dentro gli eventi”, in realtà è qualcosa di un po’ diverso che ha a che vedere, specie in Utoya con il tempo del racconto e che cambia molto di quel che pensavamo sulla percezione dei fatti.

Aiutato dal fatto che effettivamente passò un’ora o poco più tra l’inizio degli spari sull’isola norvegese di Utoya e l’arrivo delle forze dell’ordine, il regista Erik Poppe ha p...