Arriva un momento nella vita di un autore in cui i suoi personaggi levitano. La levitazione è un passaggio obbligatorio, come un esame.

Denis Coté farà levitare qualcuno verso la fine di Ghost Town Anthology, film girato in 16mm con tanto di ostentazione di graffi sulla pellicola granulosa e bassa qualità, fiero esperimento di cinema artigianale ambientato nelle asperità provinciali del Quebec. Lì la città del titolo si sta trasformando in città fantasma (o meglio città di fantasmi) perché i pochi abitanti sono devastati dalle morti che paiono incontrollabili e insensate. Ancora di più poi saranno devastati dai continui avvistamenti più o meno ambigui, più o meno smaccati di fantasmi (più o meno levitanti) dei loro cari.

Come si sente fortemente il bisogno di una regolamentazione da parte della comunità internazionale sull’uso della spiaggia nei finali dei film, sembra altrettanto importante una stretta sull’uso della neve nel cinema d’autore. Ghost Town Anthology nella sua ricerca sti...