Non ci sono dubbi che fosse la tenerezza di Fiore il sole verso cui tende La Paranza dei Bambini, versione per il cinema rivista, aggiustata e cambiata dallo stesso Roberto Saviano (con Claudio Giovannesi e Maurizio Braucci) dell’omonimo romanzo. Storia doppiamente di fiction, inventata da zero già per il libro e poi ancora modificata per il film, che tuttavia fa di tutto per essere vera, che lavora sulla plausibilità estrema, cerca gli ambienti più reali e si concentra tantissimo su facce, corpi e dialetto. Non è accaduto ma poteva accadere e sarebbe andata esattamente così.

Non è il cinema di Matteo Garrone (che il romanzo più noto di Saviano l’aveva piegato come voleva, guardando proprio i fisici delle persone e trovando volti e voci incredibili) ma uno più educato, normalizzato, in cui i protagonisti sono i ragazzini minorenni di una banda che non viene da Scampia ma dai quartieri di Napoli. Sono bravi ragazzi, alcuni hanno facce pulite, altri sembrano quasi un po’ sfigati, non han...