Ci voleva un tentativo decisamente più sofisticato per raccontare o anche solo interrogarsi sulle dinamiche dei foreign fighters, gli stranieri che aderiscono all’ISIS, su cosa causi il salto della barricata, dove stia il fascino per una persona cresciuta nella società occidentale, e quanto il disprezzo per ciò che lo circonda possa giocare un ruolo. Ci voleva un film decisamente meno immobile di questo, meno innamorato non tanto del personaggio al centro del cambiamento, ma di quello più vicino per età al regista, che lo scopre e cerca di fermarlo.

Questa dinamica da La signora in giallo, per quale la storia parteggia più con il personaggio vicino al pubblico di riferimento che con quello più interessante, scava più nel personaggio che sente prossimo che con quello che lo merita, massacra tanto il contenuto quanto la forma.

Techiné non si chiede “chi sono le persona che abbiamo accanto?”, non teme “la degenerazione dei tempi”, non ha la curiosità verso qualcosa che non capisce, non re...