Selfie
di Agostino Ferrente
30 maggio 2019
Due ragazzi di Rione Traiano, comune di Napoli, riprendono se stessi e la propria quotidianità con uno smartphone. Hanno 16 anni e la loro estate è solitaria e calda. Uno lavora come cameriere in un bar, l’altro vorrebbe fare il barbiere ma nessuno lo assume. La scuola (come il casco) non è proprio cosa. In quelle zone un loro coetaneo è stato ammazzato per errore dalla polizia che l’aveva scambiato per un latitante, loro disprezzano il crimine e vogliono una vita onesta.
Agostino Ferrente è sempre più radicale con le sue scelte e come già gli era capitato di nuovo dà in mano ai soggetti gli strumenti per riprendersi. Lui e la sua troupe rimangono quasi sempre con loro, dietro il cellulare, ma i due amici (sommariamente infarinati) decidono inquadrature, tempi, dialoghi. L’esperimento non è nuovo ma cerca di essere il più radicale possibile mantenendo comunque la presenza della mano dell’autore. Ferrente cerca di annullare come può la mediazione e fare in modo che quel mondo si raccont...
Due amici rimasti nel paese d'estate passano i giorni tra lavoro e niente da fare. Selfie non li guarda ma fa in modo che guardino se stessi scoprendo un'altra lingua per il cinema
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