Steven Soderbergh torna a lavorare con Scott Z. Burns che per lui già aveva scritto The informant e Contagion e con quel rigore geometrico che tanto fa comodo, questo nuovo film appare come un'unione dei due precedenti.
Side effects prende da The informant il gusto per il cunicolo di bugie, per la reiterata falsificazione della realtà fino alla sua inconoscibilità (ma non arriva così nel profondo come nel film con Matt Damon) e da Contagion il ritmo e il gusto per il progressivo infilarsi in un tunnel dal quale pare non esserci uscita.
In realtà il film è un thriller molto canonico, con una vittima incastrata e dei colpevoli che non è ben chiaro chi siano, dove siano e perchè agiscano. Sorprendentemente è canonica anche la risoluzione del film, per nulla votata a sorprese o scarti dell'ultimo momento. E forse qui sta l'elemento più curioso di un film che potrebbe essere liquidato come semplicissimo intra...
Thriller semplice e rigoroso, scritto da uno sceneggiatore di fiducia, per un film in cui Steven Soderbergh non vuole osare nulla se non risultare scorrevole...
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