Il nuovo film di Michael Mann non arriva 6 anni dopo Nemico Pubblico ma 9 dopo Miami Vice. È quel mondo e quell’idea che Blackhat porta avanti, pompandone le parti migliori e mescolandola alle trovate urbane di Collateral, con un ritrovato spiritualismo laico.

Il digitale delle riprese (nessuno lo usa come lui, approfittando della scarsa dinamica dei colori, della piattezza delle immagini, non finalizzandolo per apparire distante dalla pellicola e facendosi forza di luci naturali) stavolta si sposa al digitale che sporca una trama più che usuale il tanto che basta a renderla poco diversa dal solito. Un hacker viene scarcerato per aiutare la polizia a risolvere un caso di attacco informatico in cui gli Stati Uniti collaborano con la Cina, ovviamente il suo obiettivo è anche quello di scappare ma eventi nel corso dell’indagine gli daranno motivazioni sufficienti a portarla a termine a tutti i costi.

L’investigatore che è il rovescio della medaglia dell’indagato, t...