Molto rumore per nulla.

Da come apre il suo film Kleber Mendoça Filho sembra pronto a conquistare il pubblico, sembra pronto ad aprire in due lo schermo e infilarci dentro un delirio di sensazioni, di memorie miste a eventi presenti, di stimoli sessuali incomunicati dai suoi personaggi ma forse davvero chiari solo a noi che li guardiamo. Il film che seguirà sarà però un’altra cosa.
Aquarius ha inizio negli anni ’80 con un prologo in cui la futura protagonisa del film è ragazza e assiste al compleanno di sua madre, ormai anziana, che nell’ascoltare una dedica dei propri nipotini scorge un mobile in legno in un angolo di casa sua e questo le suscita ricordi di giovinezza, di amplessi consumati proprio su quella cassettiera, di cunnilingus nel sole dei propri 20 anni. Il contrasto tra questo presente e quei ricordi ha il sapore del cinema migliore, il montaggio e i tempi con cui vengono affiancate le scene, il ritmo che creano con la celebrazione del compleanno animano u...