Da quanto tempo l'esordio di un cineasta italiano non iniziava con (in quest'ordine): una pistola nascosta, una sparatoria, un inseguimento e poi un lungo piano sequenza di circa 20 minuti all'interno di una casa in cui un killer e una possibile testimone (non vedente) giocano al gatto col topo tra non detti e tentativi di inganno nel silenzio?

Salvo, di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, fa tutto questo e molto di più perchè contrariamente a quanto si può immaginare ricalca le strutture dell'action poliziesco americano solo con una matita molto molto sottile e poi ripassa i tratti con la china del cinema italiano moderno, quello di ispirazione garroniana in cui luoghi, volti e corpi reali sono ripresi per sembrare altro. E in più proprio al termine di quel lungo pianosequenza (un momento centrale per tutto lo sviluppo della storia) avviene un colpo di scena che fa pensare al miglior cinema in assoluto. Nessuna meraviglia che sia stato pres...