Avevano promesso la Luna e l’hanno consegnata.

La Pixar si è presa un anno di pausa e, dopo tre film che solo per chi come lo studio di Emeryville ha standard stellari possono essere considerati “medi”, torna a mettere in sala il cinema migliore possibile, quello dei molti livelli di lettura, dei presupposti semplici e del contatto con le emozioni basilari.

L’assurda ambizione di riuscire a fare un film che si svolge dentro la testa del personaggio principale, cioè che racconti le emozioni a partire dalle emozioni stesse, facendo quindi agire versioni antropomorfe di Rabbia, Gioia, Tristezza, Disgusto e Paura in un mondo immaginato per rappresentare il funzionamento dell’animo umano (l’unione di cervello e sentimenti), li ha portati là dove forse non erano mai arrivati.

La storia è pixariana al 100%.

Riley ha 11 anni e la sua famiglia cambia città, dal Minnesota a San Francisco. Tutto è diverso, nulla va per il verso giusto e lei è assalita da una te...