Nei film di Sergio Castellito e Margaret Mazzantini i nomi sono importanti e nonostante qui Jasmine Trinca abbia un personaggio che visivamente non è lontano da quello di Penelope Cruz in Non Ti Muovere, i loro nomi tradiscono una diversità. Italia, era una straniera, Fortunata non è una a cui la vita ha detto bene. Madre sola (e vista la brutale violenza del marito nonchè padre di sua figlia è meglio così), parrucchiera a domicilio, aspira ad aprire un suo salone di bellezza con un amico bipolare tatuatore dotato di madre ex attrice in deriva senile.

Umanità di estrema periferia, popolarissima e sguaiata, violenta ma passionale nell’afosa e appiccicosa estate romana, che vive accanto all’acquedotto e cammina nella notte con carrelli all’indietro come in Mamma Roma. Rumorose e piene di problemi Fortunata e sua figlia finiscono da uno psichiatra infantile (Accorsi) che finirà ad analizzare oltre la bambina anche la madre con inevitabile ricaduta sentimentale che finirà di incasina...