Dopo la Guerra
di Annarita Zambrano
3 maggio 2018
C’è la vera cronaca sotto falso nome in Dopo la Guerra, i fatti che ad inizio anni 2000 hanno coinvolto l’omicidio di Marco Biagi (che qui non si chiama così) e tutte quelle persone al centro del terrorismo rosso degli anni ‘70, rifugiatesi in Francia e rimesse al centro dell’interesse legale dalla fine dell’estradizione con quel paese. Infatti è uno di questi rifugiati, Marco (Giuseppe Battiston), ad essere sospettato dell’omicidio. Si è rifatto una vita oltralpe ed ha una figlia con cui decide di scappare (lei, adolescente, non vorrebbe assolutamente). Intanto in Italia la sua famiglia, che non lo vede da quando è fuggito, è vittima di pregiudizi per il cognome ritornato alla ribalta sui giornali.
Dopo La Guerra è un film che chiede allo spettatore di scandagliare ogni scena e ogni dialogo per capire che opinione abbia il film stesso sui fatti narrati (cioè sul loro equivalente reale). Il protagonista è proprio il parere del cineasta e non, per dire, quello dei protagonisti o (sarebb...
Determinato a portare il reale nel cinematografico e non a fare viceversa, Dopo La Guerra non presenta nessuna buona ragione per essere ricordato
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