Quando Okja arriva a circa metà della sua durata e impegna molti dei suoi personaggi, compreso il gigantesco maiale del titolo, in una corsa a perdifiato e sfondatutto in un centro commerciale accompagnata da incalzante musica balcanica, ogni maschera cade e il film rivela la sua natura di commedia satirica che fino a quel punto aveva solo lasciato intuire.

Bong Joon Ho con la sua storia di una contadina di campagna e del suo maiale gigante da cui rifiuta di separarsi e che inseguirà fino alla città per liberarlo dalla multinazionale che l’ha creato, vuole prendere in giro tutti: grandi corporation, ribelli animalisti e pubblico lobotomizzato. Tutti quelli che non sono Okja e la sua padrona.

E ci riesce. Okja è divertente e centra alcune immagini di grande efficacia (dalla “situation room”, alla macelleria, dalle fisse degli attivisti “per bene”, alle persone che scappano dal maiale in fuga ma nel farlo si scattano un selfie in corsa, fino ai dialoghi ai vertici della corporation). Tut...