Ci sono almeno 20 minuti all’inizio di questo film che sembrano presi dal miglior cinema cinese degli anni ‘90, quello delle parabole umane e sentimentali urbanissime del Keep Cool di Zhang Yimou o di Wong Kar-wai. Sono un pugno di scene interpretate con una vitalità che poi non si troverà nel resto del film e che catturano per la naturalezza e per la maniera in cui Lee Chang-dong sembri sapere perfettamente chi guardare e come scrivere i personaggi. In mezzo alla strada una ragazza immagine che attira passanti con patetici balletti e una riffa, ha puntato un ragazzo trasandato e dall’aria non sveglissima (in realtà è scrittore e la sua vaghezza nasconde un forte spirito d’osservazione). Lo guarda, lo attira, gli parla con una scusa e salta fuori che si conoscevano da piccoli (lei lo ricordava e come se lo ricordava!). Lo desidera, di più: lo vuole. E inesorabilmente di lì a poco lo avrà.

Jeon Jong-seo recita la parte della ragazza con una serie di sguardi, una concretezza ma anche una...