Il cinema quando racconta i bambini quasi sempre sceglie i teppisti, perché sono quelli con una psicologia più complessa, sono piccoli adulti con ancora molti atteggiamenti infantili, sono contraddittori, adorabili e vicini al pubblico che guarda come desideri e aspirazioni. Non fa eccezione Capharnaum, l’ultimo film di Nadine Labaki, in cui ad animare tutto è un bambino di circa 10 anni sboccatissimo che vive per strada, non va a scuola, disprezza i genitori (a ragione) e cerca di guadagnarsi da vivere spacciando noncurante della sua età.

Non avesse un protagonista scritto così bene, così sfrontato e così credibile grazie ad un interprete perfetto, Capharnaum non sarebbe davvero guardabile. Perché intorno alle peripezie di questo bambino che apre il film in un’aula di tribunale, in cui sta facendo causa ai propri genitori dopo aver accoltellato un uomo (“Un figlio di puttana!” dice lui), si innesta un film che cerca di rappresentare la miseria più nera, così disperata da trovare sempr...